Cognome materno ai figli: oltre 54mila firme per la petizione
di Gabriella Lax – Sono passati tre anni ma la proposta di legge per il cognome materno ai figli non è stata presa in considerazione. Sulla spinta delle 54mila firme raccolte dalla petizione su Change.Org l'obiettivo è chiederne la calendarizzazione in aula.
- Tre anni di attesa per una riforma "indifferibile"
- De Conciliis, la riforma non può essere procrastinata
- Cognome materno, l'obiettivo è chiedere la calendarizzazione in aula
Tre anni di attesa per una riforma "indifferibile"
Sono già passati tre anni e, nel frattempo, si sono succeduti ben quattro governi, tuttavia la riforma sul cognome che la Corte Costituzionale, con la sentenza n. 286 dell'8 novembre del 2016, aveva definito «indifferibile», non è stata ancora approvata. Sulla testa dell'Italia pende la condanna della Corte Europea dei Diritti dell'Uomo di Strasburgo , perché il nostro Paese «non permette di scegliere il cognome materno – si legge nella petizione su Change.org voluta da Laura Cima. Anche la nostra Corte Costituzionale si è pronunciata in proposito, come abbiamo ricordato, ed ha «obbligato a dare il cognome materno ma solo se il padre acconsente. Nella sentenza i giudici della Corte Europea chiedono al nostro Paese di "adottare riforme" legislative o di altra natura per rimediare ai diritti violati ma la situazione che si è determinata nel nostro paese dopo la sentenza della Corte Costituzionale è gravemente discriminante per la madre».
De Conciliis, la riforma non può essere procrastinata
E invece, non solo la sentenza non trovato applicazione, ma afferma Rosanna Oliva De Conciliis, presidente della "Rete per la parità", l'associazione intervenuta nel corso del giudizio davanti alla Corte, nel terzo anniversario del provvedimento: «Non solo. Non hanno trovato corretta applicazione gli effetti immediati della sentenza, di competenza dei ministeri della Giustizia, Interno, Esteri, Pari Opportunità e Pubblica Amministrazione. E non è stata neanche fornita piena informazione ai soggetti interessati». E poi ricorda al Governo e al Parlamento l'estremo ritardo nell'attuazione di quella riforma. «La sentenza 286 del 2016 fu estremamente chiara- evidenzia - la riforma non poteva essere procrastinata e andava realizzata "per disciplinare organicamente la materia, secondo criteri finalmente consoni al principio di parità".
Cognome materno, l'obiettivo è chiedere la calendarizzazione in aula
Il lavoro si è concentrato nelle ultime settimane nell'organizzazione di incontro pubblico a Roma per fare il punto sulla situazione. «Il nostro obiettivo preso atto del dichiarato impegno delle ministre Fabiana Dadone ed Elena Bonetti – prosegue De Conciliis «è di ottenere l'istituzione da parte del Governo di un tavolo tecnico interministeriale, primo e importantissimo passo per una riforma organica che, nel rispetto dei principi costituzionali, garantisca la parità uomo donna e il diritto all'identità di tutte e tutti».
Data: 12/11/2019 21:00:00Autore: Gabriella Lax