Evasori: manette e multe fino a un milione di euro
Gli emendamenti al decreto fiscale promossi dal Governo mirano a inasprire le sanzioni previste per i reati tributari commessi dalle imprese: manette e multe fino a un milione di euro
di Lucia Izzo - "Manette agli evasori", così è stato ribattezzato l'intervento con cui il Governo mira a sanzionare le imprese per numerosi reati tributari. È questo l'effetto degli emendamenti al decreto fiscale con cui l'Esecutivo mira alla stretta sui reati tributari, inasprendo le sanzioni tramite l'estensione di quelle previste dal decreto 231/2001, recentemente modificato dalla L. n. 3/2019.
La Commissione Finanze della Camera ha dato l'ok al provvedimento che oggi è in discussione in aula, ma sul quale è ancora acceso il dibattito.
- Manette agli evasori: la stretta del Governo
- Confisca per sproporzione solo per reati tributati di rilevante entità
- Confindustria: approccio iper repressivo
Manette agli evasori: la stretta del Governo
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Quanto agli evasori, l'emendamento è stato concordato con MEF e Ministero della Giustizia e prevede sanzioni particolarmente gravi nei confronti delle imprese per i reati di natura tributaria. A rimanere esclusi dal nuovo impianto sanzionatorio sono i reati di lieve entità, ovvero quelli privi di un elevato tasso di volontà criminale.
Negli altri casi, sono molte le sanzioni a destare particolare preoccupazione: da un lato, le multe che potranno arrivare fino a un milione di euro nei casi più gravi, , dall'altro, la previsione in alcuni casi del divieto di contrattare con la Pubblica Amministrazione, nonché l'esclusione da finanziamenti pubblici e la revoca dei contributi già ricevuti.
Confisca per sproporzione solo per reati tributati di rilevante entità
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Tuttavia, a detta dei relatori, il fine non è quello di "colpire con rigore eccessivo l'occasionale colpevole di delitti non caratterizzati da condotte fraudolente", come dimostra anche la prevista attenuazione dell'aumento delle pene per i delitti di dichiarazione infedele e di omessa dichiarazione: il primo avrà un massimale di pena fissato in 4 anni e 6 mesi (anziché cinque), forbice importante poiché si evita la custodia cautelare.
Ancora, si evidenzia come non siano state modificate le soglie di punibilità previste per altri reati, tra cui l'omesso versamento o la dichiarazione fraudolenta. L'applicazione della confisca per sproporzione, inoltre, è stata limitata ai soli reati tributari di rilevante entità, in relazione alla condotta e alla gravità del fatto, ovvero qualora l'evasione fiscale sia prossima, nella maggior parte dei casi, a centomila euro.
La responsabilità delle imprese verrebbe, invece, prevista anche per i reati commessi dai propri dipendenti, qualora l'impresa stessa abbia ricevuto da tali azioni un qualche vantaggio.
Confindustria: approccio iper repressivo
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L'inasprimento delle sanzioni non è condiviso da Confindustria che parla di "approccio iper repressivo, che moltiplica le sanzioni sulle stesse fattispecie". L'organizzazione ribadisce la "profonda preoccupazione per il continuo ampliamento della sfera penale ai fatti economici".
In una nota, gli industriali hanno ribadito che "non è certamente questo proliferare di interventi penali, volti a criminalizzare il mondo dell'impresa, il modo corretto per combattere l'evasione e far crescere l'economia del Paese".
L'emendamento che riscrive l'art. 39 del D.L. fiscale, prosegue la nota, "se da un lato affronta alcune delle criticità che avevamo evidenziato in audizione, dall'altro vanifica questi miglioramenti, estendendo ulteriormente l'ambito applicativo del decreto 231 ai reati tributari".
Autore: Lucia Izzo