Addio esenzione Imu su finte prime case?
di Annamaria Villafrate - Stretta del Governo agli evasori a 360 gradi. In questi ultimi giorni è spuntato un altro emendamento che vorrebbe apportare modifiche al testo del decreto fiscale, ormai in dirittura d'arrivo, limitando l'esenzione Imu solo a una casa adibita ad abitazione principale. Lo scopo dell'emendamento è impedire a chi non ha i requisiti di evadere l'Imu sulle seconde case per le vacanze, in cui viene fissata spesso e volentieri la residenza per beneficiare dell'esenzione. Come evidenzia Gualtieri però ci sono anche situazioni in cui negare l'esenzione sarebbe ingiusto, vediamo in cosa consiste l'emendamento e perché il Ministro non condivide la proposta.
Esenzione Imu solo sulla casa principale
Per adeguare la normativa Imu alle diverse e recenti pronunce della Cassazione che, interpretando la disciplina in materia, stabilisce che è possibile per una famiglia avere solo una prima casa ai fini dell'esenzione Imu, è stato proposto un emendamento da apportare alla manovra 2020.
In pratica dal 2020 si vorrebbe concedere l'esenzione Imu sono sull'abitazione principale della famiglia, anche se uno dei coniugi è titolare di un'immobile in un comune diverso in cui ha fissato residenza per motivi di lavoro e quindi, stando alle regole, avrebbe diritto a non pagare l'Imu. L'intenzione è di punire le seconde case usate per finalità turistiche, in cui spesso uno dei coniugi sposta fittiziamente la propria residenza per ottenere, anche su questo immobile l'esenzione Imu. Uno stratagemma conosciuto dall'Agenzia delle Entrate, che ogni anno, a causa di questo giochetto perde all'incirca 500 milioni di euro.
Il Ministro Gualtieri dice no
L'emendamento anti-furbetti presentato in Commissione bilancio però, stando alle parole del Ministro dell'Economia Gualtieri, così come è ora, non passerà. Non si tratta di un emendamento del Governo, per cui merita un attento vaglio, prima di essere inserita definitivamente nel testo. La modifica infatti non tiene conto di alcune realtà, effettivamente esistenti, di coniugi che, per ragioni professionali, vivono in comuni distinti, per ritrovarsi insieme solo nei fine settimana. In casi come questi, se entrambi i coniugi effettivamente abitano per la maggior parte del tempo, abitazioni distinte, non sarebbe corretto escluderli dal beneficio dell'esenzione.
Il Ministro insomma è consapevole dell'esistenza del fenomeno delle doppie prime case, ma comprende anche l'ingiustizia applicativa della regola che contempla l'esenzione solo a una prima casa, quando i coniugi sono costretti ad abitare in Comuni diversi. Non resta che attendere il 13 dicembre, giorno in cui gli emendamenti verranno votati dalla Commissione Bilancio del Senato.
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Data: 10/12/2019 18:00:00Autore: Annamaria Villafrate