Giudici di pace: nuovo sciopero per quasi un mese
di Gabriella Lax – Giudici di pace civili e penali di nuovo in sciopero. Unagipa e Angdp con una comunicazione (in allegato) proclamano l'astensione parziale dalle udienze civili e penali dal 6 gennaio al 1 febbraio 2020.
- Protesta contro il comportamento omissivo del ministro della Giustizia
- La pendenza dell'infrazione comunitaria
- Astensione come monito
Protesta contro il comportamento omissivo del ministro della Giustizia
Lo sciopero è indetto in segno di protesta nei confronti del comportamento omissivo del ministro della Giustizia sul fronte della riforma della magistratura onoraria. Così si legge nella comunicazione dello scorso 10 dicembre, nella quale si apprende dell'astensione parziale dalle udienze civili e penali, indetta ai sensi dell'art. 5 del codice di autoregolamentazione per i giudici onorari di pace addetti agli uffici dei giudici di pace.
La pendenza dell'infrazione comunitaria
Come spiegano le due associazioni, nell'incontro del 4 dicembre scorso, è stata evidenziata, ancora una volta, «la pendenza dell'infrazione comunitaria e l'avanzamento delle cause pregiudiziali in Corte di Giustizia, fatti che avrebbero dovuto portare ad una radicale inversione di marcia delle misure previste nei ddl in esame in Parlamento, in quanto l'Unione Europea, attraverso la Corte di giustizia e la Commissione Ue, arriverà a definire in maniera ineludibile per lo Stato italiano che i giudici di pace ed i magistrati onorari sono lavoratori pubblici». A questa rimostranze non ha fatto seguito alcuna reazione del ministero.
Astensione come monito
L'auspicio, per le associazioni, è «che il segnale di responsabilità che con tale iniziativa intendono lanciare, non trovi inerti o distratte le istituzioni politiche e le strutture che le supportano, ma costituisca uno stimolo alla loro immediata attivazione, con particolare riguardo al Parlamento, nei cui confronti queste Associazioni si dichiarano disponibili a fornire tutta la documentazione di provenienza dalle Istituzioni europee che non è stata allegata e/o è stata citata in modo errato per quanto riguarda la sua collocazione temporale nella citata relazione AIR». Una protesta che vale quindi come "accorato monito al Ministero della Giustizia ed al Governo affinchè portino una proposta innovativa rispetto al d.d.l. all'esame del Parlamento e risolutiva della vicenda della magistratura onoraria con il pieno riconoscimento di tutti i diritti fino ad ora negati, compresi quelli previdenziali come lavoratori pubblici subordinati, utilizzando gli strumenti normativi già promossi in passato per la sistemazione giuridico-economica della magistratura onoraria, con l'immissione nei ruoli della pubblica amministrazione statale".
Data: 15/12/2019 15:30:00Autore: Gabriella Lax