Caso Nilde Iotti: esposto delle giuriste d'Italia contro Libero
di Gabriella Lax – Editoria, esposto contro Libero sul caso Iotti. L'Associazione Donne Giuriste Italia sezione di Roma protesta contro i contenuti fortemente sessisti dell'articolo del quotidiano diretto da Pietro Senaldi. Lo comunica in una nota l'Ufficio Stampa di Adgi Roma.
- Un esposto insieme ad altre associazioni
- Le donne che combattono contro il sessismo
- La richiesta: un procedimento disciplinare
Un esposto insieme ad altre associazioni
Nell'articolo incriminato, la prima donna nella storia dell'Italia repubblicana a ricoprire una delle tre massime cariche dello Stato, cioè Presidente della Camera, è stata definita «emiliana brava in cucina e brava a letto». L'Associazione Donne Giuriste Italia sezione di Roma non ci sta e sottoscrive l'esposto insieme ad altre associazioni di giornalisti nei confronti dell'articolo su Nilde Iotti pubblicato dal quotidiano Libero diretto da Pietro Senaldi lo scorso 5 dicembre. Un atto necessario «per porre l'accento sui contenuti fortemente sessisti, il linguaggio discriminatorio e le offese gratuitamente denigratorie recate con l'utilizzo anche di stereotipi fortemente offensivi».
Le donne che combattono contro il sessismo
L'esposto al Consiglio di Disciplina e per conoscenza all'Ordine dei Giornalisti della Lombardia nei confronti del quotidiano Libero per l'articolo intitolato "Hanno riesumato Nilde Iotti", a firma Giorgio Carbone, è stato redatto insieme dalle Commissioni pari opportunità della Fnsi, dell'Usigrai, del Cnog, con Giulia Giornaliste e con l'Associazione Donne Giuriste Italia Sezione di Roma.
La richiesta: un procedimento disciplinare
La nota dell'Associazione Donne Giuriste specifica che, la richiesta formulata è «che si apra un procedimento disciplinare nei confronti di Giorgio Carbone, del direttore responsabile Pietro Senaldi e di quanti altri, nella gerarchia redazionale, hanno avuto un ruolo nella pubblicazione di un articolo che viola le regole contenute nel testo unico, in quanto a dignità della persona, e si configura come ennesima mancata applicazione dei principi enunciati nel 'Manifesto di Venezia' per il rispetto e la parità di genere nell'informazione».
Data: 14/12/2019 22:00:00Autore: Gabriella Lax