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Professionisti e autonomi: disoccupazione in arrivo

Il Presidente di Confprofessioni parla con amarezza della mancata attuazione del Jobs Act per i lavoratori autonomi e annuncia la proposta di legge che prevede ammortizzatori sociali per professionisti e autonomi della proposta di legge ormai pronta


di Annamaria Villafrate - Disoccupazione, indennità di maternità adeguata, ammortizzatori sociali, in una parola maggiori tutele. E' quanto invoca Confprofessioni per bocca del proprio presidente Gaetano Stella che ha annunciato un progetto di legge ad hoc ormai pronto per l'attuazione delle tutele già in programma e per l'implementazione di nuove e più efficaci per tutti gli autonomi e soprattutto per le libere professioniste, comprese quelle iscritte alla gestione separata.

Il Jobs Act degli autonomi

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Dalle pagine del Sole 24 Ore Gaetano Stella sottolinea, amareggiato, come ad oggi non siano mai state esercitate dal Governo le quattro deleghe previste dalla Legge n. 81 del 22 maggio 2017, meglio nota come "Il Jobs act dei lavoratori autonomi" per introdurre maggiori tutele per questa categoria.

1) Inattuata la delega che prevedeva l'attribuzione ai professionisti appartenenti a ordini e collegi, di alcune funzioni tipiche della Pubblica Amministrazione, come quelle di certificazione e di autentica.

2) Priva di seguito anche la delega che puntava a introdurre per i professionisti sussidi ad hoc e misure di welfare in generale per supportare le partite Iva nei momenti di maggiore difficoltà economica, quando il reddito si contrae o quando si viene colpiti da gravi patologie.

3) Senza seguito anche la delega che prevedeva l'introduzione di misure tutele specifiche per le libere professioniste iscritte alla gestione separata, come prestazioni di maternità e indennità di malattia, dando la possibilità al Governo di aumentare l'aliquota fino a 0,5 percentuali.

4) Ultima delega rimasta sulla carta quella che prevedeva la semplificazione della materia della salute e della sicurezza sui luoghi di lavoro, snellendo gli adempimenti, evitando di applicare agli studi professionali le stesse regole rigide e senza senso previste per altri settori, ben più a rischio.

Professionisti e autonomi: disoccupazione e maternità

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La delusione è tanta, ma Confprofessioni non si arrende, tanto che, come annuncia il presidente, stanno lavorando a un progetto di legge, che oramai è pronto e che presenteranno al Cnel, per attuare le tutele più urgenti.

La priorità del disegno di legge è la tutela delle professioniste, anche quelle iscritte alla gestione separata Inps, a cui è necessario riconoscere sostegno durante la maternità con una indennità adeguata. Il secondo punto fermo è quello che mira a introdurre una sorta di ammortizzatore sociale per il professionista che subisce una contrazione del reddito, senza però connotarlo di una finalità meramente assistenziale, ma di formazione e di riconversione. Una vera e propria politica attiva del lavoro per gli autonomi insomma. Occorre poi mettere in campo tutta una serie di incentivi fiscali che favoriscano il ricorso a coperture previdenziali e assicurative integrative.

C'è poi la questione della disoccupazione e dei bassi redditi dei liberi professionisti, che potrebbe essere risolta affidando a questi lavoratori incarichi equamente compensati nelle pubbliche amministrazioni, senza attendere i tempi, spesso davvero troppo lunghi, dei concorsi.

Rapporto sulle libere professioni in Italia

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Più che nuove tutele è più corretto dire che occorrono finalmente quelle tutele che fino ad oggi non sono state ancora riconosciute. Tutto questo, come emerge anche dal Rapporto sulle libere professioni in Italia del 2019 (sotto allegato) a cura di Confprofessioni "ha creato una modifica peggiorativa delle dinamiche del mondo dei liberi professionisti. "Secondo i dati Istat i "lavoratori indipendenti sono calati dai 5.748.000 del 2009 ai 5.319.000 del 2018, con una diminuzione di quasi 430.000 unità (-7,5%). Tuttavia, negli stessi anni, in controtendenza, la componente dei 'liberi professionisti' è aumentata dalle 1.148.000 unità del 2009 alle 1.430.000 unità del 2018, con una crescita di oltre 280.000 unita (+24,6%)."

Questo è l'effetto dell'uscita dal mondo del lavoro degli autonomi tradizionali come artigiani e commercianti e dall'entrata dei giovani nel mercato digitale. Emerge però, come evidenzia Stella, che il lavoro autonomi e la libera professione stanno perdendo di attrattività sopratutto per l'assenza di tutele. Da qui l'esigenza di concludere il percorso iniziato qualche anno fa con il Jobs Act per gli autonomi.

Data: 14/01/2020 20:00:00
Autore: Annamaria Villafrate