Taglio cuneo fiscale: ecco come cresceranno gli stipendi
Dopo il via libera da Palazzo Chigi al decreto per ridurre la pressione fiscale (taglio cuneo fiscale), ecco come cresceranno le buste paga dei lavoratori
di Lucia Izzo - Via libera da Palazzo Chigi al decreto per il taglio del cosiddetto cuneo fiscale sulle buste paga dei lavoratori dipendenti (ovvero il differenziale tra la cifra lorda pagata ai lavoratori e quella netta effettivamente percepita), uno dei capisaldi delle promesse del secondo Governo Conte.
Il Consiglio dei Ministri, riunitosi giovedì 23 gennaio 2020, ha approvato su proposta del Presidente Giuseppe Conte e del Ministro dell'economia e delle finanze Roberto Gualtieri il decreto legge che introduce misure urgenti per la riduzione della pressione fiscale sul lavoro dipendente.
- 1. Taglio cuneo fiscale: cosa cambia per gli stipendi
- 2. Bonus fino a 100 euro
- 3. Nuova detrazione fiscale
- 4. Confesercenti: "inaccettabile l'esclusione degli autonomi"
Taglio cuneo fiscale: cosa cambia per gli stipendi
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"Un primo intervento concreto nel segno della crescita e dell'equità che costituirà la base di una più ampia riforma del sistema fiscale" ha dichiarato il ministro dell'Economia Roberto Gualtieri a seguito dell'approvazione. Il titolare del dicastero ha espresso "grande soddisfazione anche per la coesione dimostrata dalla maggioranza e per il dialogo positivo con le parti sociali".
Il decreto dà attuazione alle previsioni della legge di bilancio per il 2020 (L. 160/2019) che ha stanziato 3 miliardi di euro per il 2020 per la riduzione del cuneo fiscale sugli stipendi dei lavoratori dipendenti. L'intervento sarà operativo solo per sei mesi (da luglio alla fine dell'anno), ma per l'intero 2021 è già stato previsto uno stanziamento pari a 5 miliardi di euro, che potrebbero essere elevati a sei dalla prossima manovra di bilancio.
Bonus fino a 100 euro
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Il decreto legge è intervenuto rideterminando l'importo ed estendendo la platea dei percettori dell'attuale "bonus Irpef". Il provvedimento prevede che, dal 1° luglio 2020, il bonus di 80 euro attualmente spettante aumenti a 100 euro mensili per i lavoratori che hanno un reddito annuo fino a 26.600 euro lordi.
La novità, rispetto al vigente "Bonus Renzi", riguarda la possibilità, per coloro che percepiscono un reddito da 26.600 euro a 28.000 euro, di beneficiare per la prima volta di un incremento di 100 euro al mese in busta paga. Si tratta dei lavoratori sinora esclusi dal predetto bonus che si "ferma" alla soglia reddituale dei 26.600 euro.
Nuova detrazione fiscale
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Viene poi introdotta una nuova detrazione fiscale equivalente per i redditi a partire da 28.000 euro che andrà progressivamente a ridursi al crescere del reddito (c.d. "decalage"), fino ad arrivare al valore di 80 euro in corrispondenza di un reddito di 35.000 euro lordi. Oltre questa soglia, l'importo del beneficio continuerà a decrescere fino ad azzerarsi al raggiungimento dei 40.000 euro di reddito.
Secondo le stime del MEF, in totale la platea dei beneficiari passerebbe da 11,7 a 16 milioni di lavoratori del settore pubblico e privato, ricomprendendovi una fascia significativa di percettori di redditi medio bassi finora esclusi dall'intervento degli 80 euro. Chi già beneficia del bonus di 80 euro, invece, vedrà un aumento di ulteriori 20 euro e potrà contare su un bonus pieno pari a 100 euro.
Confesercenti: "inaccettabile l'esclusione degli autonomi"
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Magra soddisfazione quella espressa da Confesercenti. "Il taglio del cuneo fiscale darà un contributo anche alla crescita dell'economia, ma l'esclusione dei lavoratori autonomi dal bonus rimane inaccettabile", ha dichiarato la presidente Patrizia De Luise.
"Non si capisce dunque perché, a parità di capacità, l'onere del fisco debba variare in base alla tipologia di lavoro. E non si usi la scusa dell'evasione, un fenomeno da combattere con forza, non da utilizzare come giustificazione per un diverso trattamento fiscale degli autonomi" ha ribadito De Luise, sottolineando anche la necessità di interventi sul medio e lungo periodo.
"Più che bonus e regimi agevolativi mirati solo a particolari categorie di lavoratori, avremmo bisogno di un intervento complessivo sull'Irpef, agendo direttamente sulle aliquote di imposta, mai più toccate dal 2007. Solo così si potrà arrivare ad una fiscalità non distorsiva nei confronti delle imprese: equità di trattamento fra contribuenti da una parte, collaborazione fra associazioni di rappresentanza e Amministrazione dall'altra, costituiscono anche i capisaldi per un recupero delle basi imponibile e per un definitivo superamento del problema dell'evasione" ha concluso la presidente.
Autore: Lucia Izzo