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Brexit: oggi l'addio definitivo

Alla fine di un percorso durato più di tre anni, oggi è il giorno della Brexit. La Gran Bretagna dal 1° febbraio 2020 potrà considerarsi ufficialmente fuori dall'UE


di Annamaria Villafrate - Un addio travagliato quello della Gran Bretagna dall'Unione Europea, che è ormai alle sue battute finali. Alla mezzanotte di oggi (ora italiana) il paese porterà a termine il processo di divorzio iniziato tre anni e mezzo fa e dal primo febbraio 2020 l'Inghilterra potrà considerarsi paese terzo dell'Ue.

Ci sono però delle questioni ancora da risolvere, per questo è stato stabilito un periodo transitorio che potrebbe concludersi il 31 dicembre del 2020 o del 2022. Gran Bretagna ed Europa infatti devono ancora definire alcune questioni importanti dal punto di vista commerciale. Una cosa è certa, per l'Europa è una grande perdita, come emerge anche dalle parole del Presidente Sassoli, che rifiuta di dire addio e preferisce un arrivederci ai colleghi britannici. Chiaro che l'uscita dall'UE di un Paese come la Gran Bretagna non è privo di effetti, anche se sono stati compiuti sforzi davvero notevoli per giungere a un accordo equilibrato.

Vediamo quindi cosa è successo in questi giorni, di cui si parlerà nei libri di storia e quali sono i principali effetti della Brexit:

Il Parlamento UE dice sì alla Brexit

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Passerà alla storia la data del 29 gennaio 2020, giorno in cui, dopo lunghe e laboriosissime trattative il Parlamento Europeo ha dato la sua approvazione all'uscita delle Gran Bretagna dall'Ue. L'accordo di recesso ha ricevuto 621 voti favorevoli, 49 contrari e 13 astenuti. Concluse le votazioni gli eurodeputati hanno intonato il "Valzer delle Candele", canto scozzese dell'addio, che viene cantato anche il 31 dicembre, per salutare l'anno appena trascorso.

Il voto del Parlamento arriva dopo il Royal Assent (assenso reale) all'European Union Act del 23 gennaio della Regina Elisabetta II. Manca solo la ratifica dell'accordo da parte del Consiglio europeo per concludere l'iter, con il risultato che da sabato primo febbraio 2020 la Gran Bretagna uscirà formalmente dall'UE.

David Sassoli, rattristato per l'uscita del Regno Unito dall'Unione, preferisce dire "arrivederci" ai colleghi, perché ci sono tutta una serie di valori che accomunano imprescindibilmente tutti i paesi Europei. Dispiacere anche nelle parole del negoziatore dell'Ue Michel Barnier, per il quale il Regno Unito "resta un partner vicino per l'economia e un Paese amico. Dobbiamo creare un nuovo quadro giuridico per questa amicizia."

Dopo l'uscita definitiva accordi UE-Gran Bretagna senza dazi

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Di fatto fino al 31 dicembre 2020 dal punto di vista commerciale e doganale non cambierà nulla.

L'accordo contempla infatti un periodo di transizione per concedere tempo alle parti di siglare accordi finalizzati a regolamentare le relazioni future. Potrebbe anche accadere, visto che l'accordo lo prevede, che la fase transitoria venga prorogata di un altro anno, ma questo si saprà entro il 1° luglio 2020.

Il diritto dell'Unione europea pertanto sarà ancora applicato al Regno Unito, il quale però non potrà più prendere parte alle decisioni delle istituzioni europee perché non avrà più rappresentanti all'interno delle stesse. Fino alla fine del 2020 o del 2022 la Gran Bretagna farà ancora parte dell'unione doganale e del mercato unico e dovrà continuare a rispettare la politica commerciale Ue, potrà però d'intavolare accordi commerciali con paesi terzi, che potranno entrare in vigore solo se l'Unione Europea darà il suo consenso.

Conclusa la fase transitoria UE e Gran Bretagna potranno negoziare accordi commerciali. Al momento di parla di accordi ambizioni che prevedono l'assenza di dazi e di contingenti tariffari. Un accesso al mercato UE di favore quindi per i colleghi inglesi, sempre che, come chiarisce Von der Leyen, il Regno Unito si impegni "ad accogliere i nostri standard sulla sicurezza sociale e sui diritti dei lavoratori, sulla questione climatica, più saremo disponibili ad aprire il nostro mercato."

Irlanda del Nord, Iva e accise

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In base all'intesa dello scorso 17 ottobre tra Junker, Barnier e Johnson, se entro la fine del 2020 UE e Gran Bretagna non dovessero addivenire a un accordo di libero scambio, l'Irlanda del Nord resterà nell'area doganale del Regno Unito, anche se sarà tenuta a rispettare le regole doganali europee. Dal primo gennaio 2021 Londra applicherà nell'Ulster le tariffe dell'UE alle merci che provengono dagli stati terzi per i beni da e verso il Regno Unito.

Per quanto riguarda invece l'Iva, la riscossione in Irlanda del Nord verrà effettuata dal Regno Unito e le entrate fiscali non andranno più all'Unione europea, ma a Londra, anche se le autorità britanniche saranno tenute ad applicare sul territorio dell'Irlanda del Nord le direttive e i regolamenti europei in materia di Iva, accise, esenzioni. E' prevista però una deroga per scongiurare il rinfocolarsi di vecchie ostilità e una competizione fiscale controproducente tra le i due cuori dell'Irlanda: il Regno Unito sarà libero di applicare alle cessioni di beni tassabili in Irlanda del Nord le stesse esenzioni Iva e le medesime aliquote ridotte applicate in Irlanda.

Dal primo gennaio 2021 serve il passaporto

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L'uscita della Gran Bretagna dalla Brexit non avrà solo conseguenze dal punto di vista commerciale. Dal primo gennaio 2021 infatti chi vuole andare in Inghilterra deve munirsi di passaporto e/o del visto d'ingresso, mentre per tutto il periodo transitorio si può ancora circolare liberamente presentando semplicemente la carta d'identità.

Diritti immutati per chi vive e lavora in Gran Bretagna

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Non sono stati toccati dal diritto di recesso i diritti dei cittadini. Alla luce di questo quindi se un cittadino UE lavora e vive in Inghilterra e se un cittadino britannico ha deciso di mettere su casa in un Paese UE, nessuno sarà costretto a lasciare quello che ha costruito per tornare obbligatoriamente nel Paese di origine.

Comitato congiunto e arbitrato in caso di lite

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L'Inghilterra ha rifiutato la proposta dell'Ue di affidare alla Corte di Giustizia Europea il potere di decidere sulle possibili ed eventuali controversie che dovessero insorgere sull'applicazione dell'accordo di recesso. Per questo si è deciso di creare un comitato congiunto e di ricorrere nei casi più gravi all'arbitrato. Alla Corte UE il potere d'intervento solo se il contrasto dovesse mettere in pericolo l'integrità delle norme europee.

Cooperazione su sicurezza e giustizia

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Regole comuni sui temi sociali, dell'ambiente, del lavoro e delle questioni fiscali, ma soprattutto della sicurezza e della giustizia penale, politica estera e difesa. Questioni importanti sui quali entrambe le parti hanno manifestato la volontà di mantenere un'ampia collaborazione, oltreché ampliarla ad altre aree.

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Data: 31/01/2020 23:00:00
Autore: Annamaria Villafrate