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Arriva la "moneta" fiscale per affiancare l'euro

All'esame del Senato il disegno di legge che mira a istituire i CCF (certificati di compensazione fiscale) per creare nuova liquidità


di Lucia Izzo - Non è nuova l'idea del M5S volta a introdurre una sorta di "moneta fiscale" che possa affiancare l'euro, senza sostituirlo, emessa e poi accettata dallo Stato per pagare le imprese o per altri obiettivi di politica economica.

La proposta era già presente nel contratto dell'ex Governo Giallo-Verde, tra gli obiettivi di politica estera, e dopo gli stravolgimento politici della scorsa estate è tornata oggi a far parlare di sé con un disegno di legge, primo firmatario Elio Lannutti (M5S), che il 6 febbraio è stato assegnato, per l'esame, alla sesta commissione permanente Finanze e Tesoro del Senato in sede redigente.

Per approfondimenti: Arrivano i minibot: serviranno a saldare i debiti

Il testo (sotto allegato), istituisce i c.d. certificati di compensazione fiscale (CCF) in forma dematerializzata con l'obiettivo ampliare gli spazi di manovra del Governo della Repubblica, a partire dalle capacità decisionali in tema di politica economica.

Cosa sono i certificati di compensazione fiscale (CCF)

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I CCF vengono definiti nella relazione introduttiva come una moneta fiscale ovvero una moneta complementare, priva di corso legale, basata su sconti fiscali differiti, relativi a imposte non ancora maturate. I CCF, si legge nel testo, sarebbero in grado di creare la liquidità di cui il sistema economico è stato privato in anni di politiche di austerity. Tale misura permetterebbe dunque all'Esecutivo di riprendere il totale controllo della sua politica fiscale senza infrangere le regole della zona euro.
In tal modo, si potrebbero coniugare i vantaggi di una più ampia capacità di manovra del Governo in termini di politica fiscale, senza tuttavia pregiudicare l'esistenza dell'euro (che resterebbe l'unica moneta legale), né la permanenza dell'Italia nell'Eurosistema.

Obbligazioni trasferibili e negoziabili

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I CCF vengono descritti come vere e proprie obbligazioni trasferibili e negoziabili, emesse dallo Stato, che i portatori potrebbero utilizzare per ottenere rimborsi fiscali a distanza di due anni dalla loro emissione.
Tali obbligazioni sarebbero portatrici di un valore immediato, dal momento che incorporerebbero titolarità certe, ossia ottenere risparmi fiscali futuri. Potrebbero inoltre essere immediatamente scambiate con euro nel mercato finanziario o utilizzate (parallelamente all'euro) per acquistare beni e servizi.
Dell'istituzione dei CFF se ne occupa il primo dei cinque articoli di cui si compone il disegno di legge. I certificato andrebbero dunque ad incorporare, con decorrenza biennale, il diritto alla compensazione per obbligazioni finanziarie verso le amministrazioni pubbliche.

E sarebbe compito del MEF stabilire l'entità dell'accantonamento da destinare alla concessione di CCF, entro il limite annualmente stabilito dalla legge di bilancio, con la quale sarebbero anche stabiliti: finalizzazioni, destinatari, importo massimo concedi&bile, quote e termini di durata del beneficio.

Caratteristiche dei CCF

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Si prevede che i CCF non concorrano alla formazione del reddito ai fini delle imposte sui redditi, né del valore della produzione ai fini dell'imposta regionale sulle attività produttive e che siano utilizzabili esclusivamente in compensazione di imposte, contributi e altre somme a favore dello Stato, delle regioni e degli enti previdenziali.
L'assegnazione dei CCF avverrebbe a titolo gratuito nei confronti di determinate categorie di persone e imprese o specifici settori di investimento, di volta in volta individuati dal Governo secondo il criterio del superiore interesse pubblico. A titolo di esempio, si legge nella relazione introduttiva, potrebbero essere assegnati per integrare il reddito dei lavoratori dipendenti, per finanziare investimenti pubblici e programmi di spesa sociale, per ridurre le imposte delle imprese sul lavoro.
Un aspetto che differenzia i CCF rispetto ad altre misure simili, ma costituenti debito, è il differimento nell'uso: se non ci fosse il differimento i titoli verrebbero contabilizzati immediatamente nel deficit corrente, in quanto determinanti una minore entrata di euro nell'anno di emissione. Ciò non accade nel caso dei CCF che, in quanto sconti fiscali a scadenza di due anni, avranno un impatto posticipato sul bilancio pubblico.

Circolazione e assegnazione dei CCF

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Il testo delinea anche le norme di assegnazione e circolazione dei CCF. In particolare si stabilisce che i certificati siano assegnati a favore di individui, imprese e professionisti come percentuale su somme dovute, a qualsiasi titolo, anche come contributo, agevolazione, sussidio per non abbienti o riduzione del costo del lavoro.
I destinatari dei CCF potranno impiegarli per la corresponsione di somme dovute, a qualsiasi titolo, alle amministrazioni pubbliche. I titoli saranno valevoli al portatore e liberamente utilizzabili come strumento di pagamento fiduciario nelle transazioni tra privati.

Emissione CCF

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Quanto a forme e modalità di emissione, i CFF sarebbero emessi in forma dematerializzata e incorporati su scheda elettronica ricaricabile dotata di codice identificativo utilizzabile da qualunque applicazione digitale. Nel dettaglio, per l'emissione verranno utilizzate tecnologie Distributed Ledger Technology (DLT), volte a garantirne sicurezza, affidabilità e trasparenza.
All'atto dell'emissione, i CCF sarebbero contabilizzati come crediti d'imposta non pagabili, mentre rileveranno ai fini della contabilità di Stato solo alla data della compensazione e per la quota effettivamente utilizzata.
Data: 14/02/2020 09:00:00
Autore: Lucia Izzo