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Esame avvocati 2020 con le vecchie regole

Approvato in Commissione un emendamento al Milleproroghe che rinvia l'entrata in vigore delle novità inerenti l'esame di abilitazione per l'esercizio della professione forense. Per Cogita: "perdura la farsa, ignorati i problemi"


di Lucia Izzo - Il D.L. Milleproroghe (D.L. 162/2019) è attualmente all'esame della Camera per la conversione in legge. Tra le tante novità, spicca per gli aspiranti avvocati in particolare quella introdotta da un emendamento della Commissione Giustizia che, qualora dovesse trovare definitiva approvazione in Parlamento, prevede un ulteriore rinvio della "riforma" dell'esame per conseguire l'abilitazione alla professione forense.


Questa situazione si sta trascinando da diversi anni a suon di continue proroghe che consentono agli aspiranti avvocati di poter utilizzare i Codici annotati con la giurisprudenza durante lo svolgimento delle prove scritte, ovvero due pareri (uno in materia civile e uno in materia penale) e un atto giudiziario (a scelta tra diritto civile, penale o amministrativo).

Esame avvocato 2020: la proroga delle vecchie regole

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L'emendamento è andato a ritoccare nuovamente l'art. 49, comma 1, della legge n. 247/2012 sostituendo la parola "sette" con la parola "nove"; l'effetto è quello di far slittare l'applicazione delle nuove regole dopo nove anni dall'entrata in vigore della medesima legge professionale.

Pertanto, anche per la sessione 2020 l'esame di abilitazione all'esercizio della professione di avvocato si effettuerà, sia per quanto riguarda le prove scritte e le prove orali, sia per quanto riguarda le modalità di esame, secondo le norme previgenti.

Rinvio anche per patrocinio giurisdizioni superiori

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Ancora, il Milleproroghe rinvia anche l'applicazione delle novità inerenti l'albo speciale per il patrocinio davanti alle giurisdizioni superiori. Chi ha maturato i requisiti secondo la previgente normativa potrà continuare a chiedere l'iscrizione in quanto l'emendamento sostituisce la parola "sette" all'art. 22, comma 4, L. n. 241/2012 con la parola "otto".

CoGiTa: "Perdura la farsa, ignorati i problemi strutturali"

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L'ennesima proroga non ha mancato di a far discutere: se, da un lato, gli aspiranti avvocati tirano un sospiro di sollievo, altri non hanno mancato di esprimere malcontento innanzi all'ulteriore rinvio che fa permanente una mancanza di "riforme strutturali per l'accesso ed il rilancio della professione forense".
È questo quanto espresso dall'associazione CoGiTa (Coordinamento Giovani Giuristi Italiani) che, in un Comunicato Stampa, contesta la procrastinazione nell'attuare della "riforma", parlando ormai di una vera e propria "farsa" e ritenendo che non vi siano molti motivi per essere soddisfatti.
A rallegrarsi, si evidenzia sono "anche le case editrici delle principali edizioni di codici normativi commentati con la giurisprudenza". Per i praticanti, invece, "si tratta insomma di un riso amaro, considerando che, codici a parte, delle riforme strutturali per l'accesso ed il rilancio della professione forense non c'è traccia. Categoria in picchiata non solo per redditi (- 21% nel solo quinquiennio 2010/2015 Fonte ADAPP), ma anche per ricambio generazionale, conciliazione dei tempi vita-lavoro, condizione del mercato, efficienza del sistema giudiziario".

Senza dimenticare, sottolineano i Giovani Giuristi Italiani, i "tanti corsi di preparazione che hanno offerto, anche da alcuni anni, formazione ad hoc per le nuove modalità di esame, modalità che la politica continua a prorogare nella loro attuazione, senza tuttavia abiurarle".
"Nessuno insomma vuole la responsabilità di mettere a regime un sistema, se possibile, ancor più iniquo" conclude il Comunicato che, al netto delle promesse, sottolinea il "misero contentino" nei confronti degli aspiranti avvocati e il "grande regalo ai gruppi editoriali".
Data: 16/02/2020 11:00:00
Autore: Lucia Izzo