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Coronavirus, il decalogo della Sanità

Ecco il decalogo dei comportamenti da tenere secondo la Sanità. Aumentano i contagi e si contano due decessi, così anche nel nostro Paese si alza il livello di allerta per il coronavirus


di Gabriella Lax – Sono saliti a due nelle ultime ore i decessi per coronavirus (Covid19). Sono 29 i casi tra Lombardia e Veneto. Ma è da ieri che con i contagi accertati nel nostro Paese si è alzato il livello d'allerta.

Coronavirus in Italia

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Il contagio sarebbe partito da un 38enne nel Lodigiano. I morti al momento sono due: un 78enne in veneto ed una donna residente in Lombardia. Nel Lodigiano e a Cremona le scuole sono state chiuse precauzionalmente.La prima vittima, di 78 anni, è un uomo deceduto all'ospedale di Padova, dove era ricoverato insieme con un'altra persona positiva al virus. Ex titolare di una piccola impresa edile, ricoverato già da una decina di giorni per precedenti patologie, è morto all'ospedale di Schiavonia (Padova). La donna è un'anziana residente a Casalpusterlengo, ultrasettantenne, già debilitata da una polmonite.

«Siamo al lavoro senza sosta per reagire con la massima compattezza a questa emergenza – ha spiegato il presidente del consiglio Giuseppe Conte, prima di prendere parte al Comitato operativo della Protezione civile per un aggiornamento sull'emergenza Coronavirus e per valutare nuove misure straordinarie.

Coronavirus, cosa c'è da sapere sul contagio

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Il virus è partito dal mercato della città cinese di Wuhan dove venivano venduti anche animali selvatici vivi. Il periodo d'incubazione è di 7-14 giorni. Di oggi la notizia che un anziano in Cina, ha manifestato i primi sintomi ben 27 giorni dopo l'infezione.

La trasmissione del virus avviene attraverso le goccioline del respiro della persona infetta, quindi con tosse o gli starnuti, oppure tramite contatto diretto personale, oppure toccandosi la bocca, il naso o gli occhi con mani contaminate. Da qui l'importanza di evitare uno stretto contatto con le persone che hanno febbre, tossiscono o hanno altri sintomi respiratori.

Il virus causa sintomi lievi, simil-influenzali, ma anche malattie gravi. Al momento il tasso di mortalità complessiva sarebbe di circa il 2,3%. I sintomi sono di tipo respiratorio: febbre, tosse, raffreddore, mal di gola, affaticamento polmonare. Nei 14 giorni precedenti all'insorgere dei sintomi, deve aver effettuato almeno una di queste attività: aver avuto contatti ravvicinati con un caso confermato o probabile COVID-19; aver viaggiato in aree dove vi sia la trasmissione del virus; aver visitato o aver lavorato in ambienti sanitari nei quali erano curati pazienti affetti da COVID-19. Che fare se si pensa di avere contratto il virus? Se un paziente dovesse rientrare in tali condizioni, deve: contattare il numero telefonico gratuito del Ministero della Salute 1500; indossare una mascherina chirurgica se entra in contatto con altre persone; utilizzare fazzoletti usa e getta e lavarsi le mani regolarmente.

Al momento non ci sono terapie specifiche, né un vaccino: la malattia si cura come i casi di influenza. Nei casi più gravi ai pazienti viene praticato il supporto meccanico alla respirazione. L'Oms ha suggerito una terapia antivirale sperimentale, correntemente utilizzata anche allo Spallanzani, basata su due farmaci: il lopinavir/ritonavir, un antivirale utilizzato per la infezione da HIV e che mostra attività antivirale anche sui coronavirus, ed il remdesivir, un antivirale già utilizzato per la malattia da Virus Ebola. Non esiste un vaccino contro il Sars-Cov-2.

Il manifesto della Sanità

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L'impegno per prevenire l'epidemia da coronavirus passa anche attraverso i comportamenti consapevoli e basati su informazioni corrette. Molto utile, a tal proposito, può essere il manifesto che ha raccolto l'adesione degli Ordini dei medici e delle principali società scientifiche e associazioni professionali, oltre che della Conferenza Stato Regioni, sono stati l'Istituto Superiore di Sanità e il ministero della Salute.

Di seguito i dieci messaggi del manifesto:

1) Lavati spesso le mani;

2) Evita il contatto ravvicinato con persone che soffrono di infezioni respiratorie acute; 3) Non toccarti occhi, naso e bocca con le mani;

4) Copri bocca e naso se starnutisci o tossisci;

5) Non prendere farmaci antivirali né antibiotici, a meno che siano prescritti dal medico;

6) Pulisci le superfici con disinfettanti a base di cloro o alcol;

7) Usa la mascherina solo se sospetti di essere malato o assisti persone malate;

8) I prodotti 'Made in China' e i pacchi ricevuti dalla Cina non sono pericolosi;

9) Contatta il numero verde 1500 se hai febbre o tosse e sei tornato dalla Cina da meno di 14 giorni;

10) Gli animali da compagnia non diffondono il nuovo coronavirus.

ll triage telefonico dal medico di famiglia

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Ed in prima linea contro il virus ci sono i medici e gli operatori sanitari. Anche per loro scattano le prime misure di protezione. Prima di fare una visita domiciliare o di ricevere in studio un paziente con sintomi sospetti, i medici di famiglia devono fare un triage telefonico. Il rischio è quello di evitare che proprio il medico diventi un soggetto contaminante sia per i suoi pazienti sia per tutti quelli con cui entra in contatto. Il triage telefonico prevede domande mirate sui contatti eventuali con persone provenienti dalla Cina, sulla capacità respiratoria del paziente, su episodi di dispnea. Tutti i medici di famiglia hanno ricevuto per e-mail una scheda con le modalità della valutazione via telefono.

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Data: 22/02/2020 22:00:00
Autore: Gabriella Lax