Arriva l'ospedale di comunità
di Gabriella Lax – Arriva l'ospedale di comunità. Si tratta di strutture per il ricovero breve per pazienti che necessitano di interventi sanitari a bassa intensità clinica. La sua nascita (aveva subito uno stop "politico" a luglio) dopo la firma dell'intesa in Conferenza Stato-Regioni (in allegato).
- Cos'è l'ospedale di comunità
- Il target dell'utenza
- Sede, posti letto e requisiti tecnologici
- Gestione e responsabilità
Cos'è l'ospedale di comunità
L'ospedale di comunità (odc) svolge una funzione intermedia tra il domicilio e il ricovero ospedaliero. Si tratta di una struttura di ricovero breve che afferisce al livello essenziale di assistenza territoriale, rivolta a pazienti che, a seguito di un episodio di acuzie minori o per la riacutizzazione di patologie croniche, necessitano di interventi sanitari a bassa intensità clinica potenzialmente erogabili a domicilio, ma che vengono ricoverati in queste strutture in mancanza di idoneità del domicilio stesso (strutturale e/o familiare) e necessitano di assistenza/sorveglianza sanitaria infermieristica continuativa, anche notturna, non erogabile a domicilio.
Il target dell'utenza
All'odc potranno accedere pazienti con patologia acuta minore che non necessitano di ricovero in ospedale o con patologie croniche riacutizzate che devono completare il processo di stabilizzazione clinica, con una valutazione prognostica di risoluzione a breve termine (15-20 giorni), provenienti dal domicilio o da altre strutture residenziali, dal Pronto soccorso o dimessi da presidi ospedalieri per acuti.
Tra gli obiettivi primari del ricovero deve essere posto anche l'aumento di consapevolezza dei pazienti e del familiare/caregiver, attraverso l'addestramento alla migliore gestione possibile delle nuove condizioni cliniche e terapeutiche e al riconoscimento precoce di eventuali sintomi di instabilità.
Inoltre, possono essere previsti ambienti protetti, con posti dedicati a pazienti con demenza o con disturbi comportamentali, in quanto affetti da patologie croniche riacutizzate a domicilio o in dimissione ospedaliera. Queste strutture temporanee potrebbero ridurre l'istituzionalizzazione e l'ospedalizzazione in ambienti ospedalieri non idonei.
Sede, posti letto e requisiti tecnologici
La struttura in questione potrà avere una sede propria, essere collocata in strutture sanitarie polifunzionali, presso presidi ospedalieri riconvertiti, presso strutture residenziali oppure essere situato in una struttura ospedaliera, ma è sempre riconducibile all'assistenza territoriale. Tra gli aspetti strutturali che necessitano: spazio attesa visitatori; strutture di degenza con camere singole e camere da 2 a 4 posti letto con accesso diretto al bagno e poltrona comfort per il familiare e/o per la mobilizzazione del paziente; aree soggiorno/consumo pasti; locale per visite e medicazioni; locali di lavoro per personale; spogliatoio per il personale con servizio igienico; locale/spazio di deposito materiale pulito; locale/spazio di materiale sporco; locale sosta e osservazione salme, in assenza di servizio mortuario. Tra i requisiti tecnologici richiesti: impianto di climatizzazione tale da garantire che la temperatura estiva e invernale sia compatibile con il benessere termico dei ricoverati; impianto di erogazione ossigeno stabile o mobile; impianto di comunicazione e chiamata con segnalazione acustica e luminosa al letto; dotazioni tecnologiche idonee a garantire assistenza ordinaria e in emergenza, compresi dispositivi diagnostici; presidi antidecubito; attrezzature per mobilizzazione/mobilità compresi gli ausili tecnici per la mobilità (corrimano, deambulatori) e trasporto dei pazienti.
Avrà ha un numero limitato di posti letto, di norma tra 15 e 20. É possibile prevedere l'estensione fino a due moduli e non oltre, ciascuno di norma con un numero di 15-20 posti letto, per garantire la coerenza rispetto alle finalità, ai destinatari e alle modalità di gestione.
Gestione e responsabilità
La gestione e l'attività sono basate su un approccio multidisciplinare, multiprofessionale e interprofessionale, in cui sono assicurate collaborazione ed integrazione delle diverse competenze ed è riconducibile all'organizzazione distrettuale e/o territoriale delle aziende sanitarie. Dunque la responsabilità gestionale-organizzativa complessiva sarà assegnata a una figura individuata anche tra le professioni sanitarie della articolazione territoriale aziendale di riferimento e svolge anche una funzione di collegamento con i responsabili sanitari, clinici e assistenziali, e la direzione aziendale.
Per quanto riguarda la responsabilità clinica dei pazienti essa è attribuita a un medico di medicina generale (pediatra di libera scelta se pediatrico), oppure un medico che opera nella struttura scelto tra i medici dipendenti o convenzionati con il SSN o incaricato dalla direzione della struttura e per le strutture private, un medico incaricato dalla struttura. La responsabilità assistenziale è dell'infermiere secondo le proprie competenze e l'assistenza/sorveglianza sanitaria infermieristica è garantita nelle 24 ore.
Data: 24/02/2020 16:00:00Autore: Gabriella Lax