Coronavirus, la proposta di Anammi: «Ripartire dal condominio»
di Gabriella Lax – L'Italia che riparte dall'edilizia condominiale con il rilancio del bonus facciate. Potrebbe esser un'idea. Intanto è la proposta dell'Anammi (Associazione Nazional-europea AMMinistratori d'Immobili), come riferisce una nota della stessa associazione.
Anammi, rischio aumento morosità
Mascherine e guanti, anche in tempo di pandemia gli amministratori di condominio hanno continuato a lavorare. Ad evidenziarlo Giuseppe Bica, presidente dell'Associazione «Pur non avendo ricevuto indicazioni chiare dalle istituzioni, tranne l'invito allo smart working e al divieto di assemblea – sottolinea - i professionisti del settore hanno tenuto duro e sono andati avanti». Il risultato blocco della attività produttive porta ad un aumento della morosità condominiale. Una morosità che potrebbe crescere almeno del 10%. «Comprendiamo il momento – chiarisce ancora il presidente – ma se non ci sarà almeno una parziale ripresa dell'economia, il secondo semestre del 2020 potrebbe essere disastroso anche per gli amministratori».
La ripartenza passa dai condomini
Il fatto che nel nostro Paese il 60% della popolazione viva in condominio è essenziale per comprendere quale può essere un punto per ripartire. «Come categoria, non chiediamo fondi, ma di lavorare in sicurezza, potendo contare sui necessari Dpi – rilancia il presidente Bica – al fine di tutelare operatori e condòmini». La chiave nella "fase 2", per Bica è «far ripartire i cantieri, non soltanto delle grandi aziende, ma anche quelli medio-piccoli, legati alla manutenzione ordinaria e alle ristrutturazioni condominiali».
Puntare sul bonus facciate
Essenziale rilanciare il "bonus facciate", agevolazione che, a causa della pandemia, potrebbe saltare. Il bonus richiede una serie di passaggi e di adempimenti che il blocco delle assemblee condominiali ha fermato, mettendo in forse i tempi delle ristrutturazioni. Ed ancora, per avviare l'iter è necessaria la delibera dell'assemblea condominiale con il voto della maggioranza degli intervenuti all'assemblea e la metà del valore dell'edificio, ovvero 500 millesimi. Essendo ferme le assemblee fino a data da destinarsi, l'intero processo decisionale è bloccato. Se si considera che, al fine di documentare gli esborsi, entro dicembre è necessario aver effettuato i pagamenti dei lavori, il timore che la detrazione sia impossibile da realizzare è forte. Da qui la richiesta finale all'esecutivo del presidente Anammi per una «proroga sul termine dei pagamenti relativi al bonus fino al 2021, in modo da completare gli adempimenti richiesti per l'agevolazione. Dilazionare i tempi della detrazione aiuterebbe l'edilizia e consentirebbe di svecchiare il nostro patrimonio immobiliare, che ha urgente bisogno di essere reso più efficiente, sia dal punto di vista energetico che statico».
Data: 25/04/2020 15:00:00
Autore: Gabriella Lax