Al lavoro sulla riforma dell'ordinamento giudiziario
Il Guardasigilli al lavoro sulla bozza di d.d.l recante delega al Governo per riformare l'ordinamento giudiziario, costituzione e funzionamento del CSM ed eleggibilità e ricollocamento dei magistrati
di Lucia Izzo - Il mondo della giustizia è tornato a tremare a seguito del deposito degli atti di indagine della Procura di Perugia nel caso "Palamara", che ha visto la pubblicazione di intercettazioni e chat presenti sul telefono dell'ex consigliere togato del CSM e presidente dell'Associazione Nazionale magistrati. Ciò ha probabilmente fornito rinnovato vigore alla discussione sulla tanto attesa riforma complessiva dell'ordinamento giudiziario.
- Bonafede: "Intervenire per salvaguardare la credibilità della magistratura"
- La bozza di riforma del CSM
- Riforma ordinamentale della magistratura
- Assunzione cariche e incarichi politici da parte dei magistrati
- Costituzione e funzionamento CSM
- Riforma concorso in magistratura
- Accelerazione procedimenti civili
Bonafede: "Intervenire per salvaguardare la credibilità della magistratura"
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Durante il question time alla Camera dei deputati dello scorso 27 maggio, il Ministro della Giustizia Bonafede ha sottolineato la necessità di "intervenire proprio per salvaguardare la credibilità della magistratura".
Quel che certo è che dovrà trattarsi di una riforma incisiva. Lo stesso Guardasigilli, sul punto, ha dichiarato: "Siamo tutti d'accordo che una riforma del Consiglio superiore della magistratura e dell'ordinamento giudiziario non sia più rinviabile. Ho già incontrato le forze di maggioranza e ho tenuto una riunione con i rappresentanti delle opposizioni".
Sempre Bonafede ha sottolineato che "non si tratta di un impianto normativo nato sull'onda emotiva del momento buio che stiamo vivendo e che non si tratta affatto di norme punitive contro la magistratura".
La bozza di riforma del CSM
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In questa direzione va proprio il progetto di riforma del CSM che si fonda su tre pilastri: l'introduzione di criteri meritocratici nell'assegnazione degli incarichi da parte del CSM; un meccanismo elettivo che sfugga alle dinamiche correntizie; il blocco delle "porte girevoli" fra politica e magistratura, impedendo al magistrato che dovesse scegliere la carriera politica, la possibilità di rientrare in ruolo una volta finito il mandato elettorale.
Nei giorni scorsi è circolata una bozza della riforma complessiva dell'ordinamento giudiziario (sotto allegata), ma si tratta sicuramente di un testo che dovrà essere maggiormente definito, in particolare a seguito degli incontri tenutisi questa settimana tra il Guardasigilli e le associazioni rappresentanti degli avvocati, e anche con l'Associazione Nazionale Magistrati.
Riforma ordinamentale della magistratura
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La bozza tocca diversi punti importanti, in particolare per quanto riguarda la delega al Governo per la riforma ordinamentale della magistratura, in materia di eleggibilità e ricollocamento in ruolo dei magistrati in occasione di elezioni politiche e amministrative nonché di assunzione di incarichi di Governo.
Dal d.d.l. emerge la volontà di rimodulare, secondo principi di trasparenza e di valorizzazione del merito, i criteri di assegnazione degli incarichi direttivi e semidirettivi e ridefinire, sulla base dei medesimi principi, i criteri di accesso alle funzioni di consigliere di cassazione e di sostituto procuratore generale presso la Corte di cassazione, nonché di garantire un contenuto minimo nella formazione del progetto organizzativo dell'ufficio del pubblico ministero e di prevederne l'approvazione da parte del Consiglio superiore della magistratura.
Tanto premesso, si mira anche a una ridefinizione della regolazione degli illeciti disciplinari dei magistrati anche in funzione di una più stringente responsabilizzazione dei titolari di incarichi direttivi e semidirettivi e a riordinare la disciplina sul collocamento d'ufficio in aspettativa per infermità.
Assunzione cariche e incarichi politici da parte dei magistrati
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Il d.d.l. prende in considerazione anche disposizioni dirette a regolare l'accesso dei magistrati ordinari, amministrativi, contabili e militari alle cariche elettive e di governo e il loro ricollocamento in ruolo alla cessazione dalla carica, nonché dirette a disciplinare gli incarichi apicali dei magistrati ordinari presso la Presidenza del Consiglio dei ministri e i Ministeri, e presso le giunte regionali.
Tra l'altro, la bozza prevede una preclusione al rientro nei ruoli organici della magistratura ordinaria o speciale di appartenenza per quei magistrati che abbiano ricoperto la carica di parlamentare nazionale o europeo, di componente del Governo, di consigliere regionale o provinciale nelle Province autonome di Trento e Bolzano, di Presidente o assessore nelle giunte delle Regioni o delle Province autonome di Trento e Bolzano, di sindaco in comuni con più di centomila abitanti.
Alla scadenza o alla cessazione del mandato, il magistrato verrebbe collocato nei ruoli amministrativi della propria o di altra amministrazione. Alcuni "paletti" sono previsti anche per i magistrati candidatisi ma non eletti a una delle cariche elettive summenzionate che non potranno essere immediatamente ricollocati in ruolo con assegnazione in determinati uffici.
Ancora, si prevede che magistrati ordinari collocati fuori ruolo per l'assunzione di incarichi presso la Presidenza del Consiglio dei ministri e i Ministeri, nonché presso le giunte regionali, non possano fare domanda per accedere a incarichi direttivi per un periodo di anni due decorrente dal giorno di cessazione dell'incarico.
Costituzione e funzionamento CSM
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Particolarmente incisivo è il titolo che reca modifiche alla costituzione e al funzionamento del Consiglio superiore della magistratura. A mutare sarebbero, tra le altre cose, anche la composizione delle commissioni e il numero dei componenti della sezione disciplinare, nonché la normativa inerenti la validità delle deliberazioni del CSM.
Per quanto riguarda i componenti, questi tornerebbero a 30, di cui 20 eletti dai magistrati ordinari e 10 eletti dal Parlamento, con modifiche anche per quanto riguarda l'eleggibilità dei componenti.
Ad esempio, quelli da eleggere dal Parlamento, previamente auditi dalle competenti Commissioni parlamentari, saranno scelti tra i professori ordinari di università in materie giuridiche e tra gli avvocati dopo quindici anni di esercizio professionale, purché non ricoprano la carica di parlamentare nazionale od europeo, o non l'abbiano ricoperta nei cinque anni precedenti, non siano componenti del Governo o non lo siano stati nei cinque anni precedenti, non ricoprano la carica di consigliere regionale o provinciale nelle Province autonome di Trento e Bolzano, o non l'abbiano ricoperta nei cinque anni precedenti, non siano Presidenti o assessori nelle giunte delle Regioni o delle Province autonome di Trento e Bolzano o non abbiano ricoperto le predette cariche nei cinque anni precedenti, non ricoprano o non abbiano ricoperto nei cinque anni precedenti la carica di sindaco in Comuni con più di centomila abitanti.
Le disposizioni si soffermano anche sulla convocazione delle elezioni, sulle votazioni, lo scrutinio la dichiarazione degli eletti e sulla sostituzione dei componenti. Il nuovo sistema elettorale previsto dalla bozza, ad esempio, prevede un sistema strutturato in 19 collegi e un ballottaggio qualora non vi sia nel collegio un candidato che, al primo turno di votazione, abbia ottenuto la maggioranza assoluta dei voti di preferenza.
Riforma concorso in magistratura
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La delega al Governo, come emerge dalla bozza, andrebbe anche nella direzione di semplificare il concorso in magistratura ai fini di una riduzione dei tempi per l'accesso alla professione.
In particolare, i laureati che hanno conseguito la laurea in giurisprudenza a seguito di un corso universitario di durata non inferiore a quattro anni potrebbero essere immediatamente ammessi a partecipare al concorso per magistrato ordinario.
Ancora, si punta a ridurre le materie oggetto della prova orale, mantenendo le seguenti: diritto civile, diritto penale, diritto processuale civile, diritto processuale penale, diritto amministrativo, diritto costituzionale, diritto dell'Unione europea, diritto del lavoro ed ordinamento giudiziario, oltre al colloquio in lingua straniera.
Accelerazione procedimenti civili
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Dalla bozza circolata emerge anche la volontà di intervenire per accelerare la definizione e contenere la durata dei procedimenti civili. Si tratta di una dichiarazione iniziale che, tuttavia, non trova nella bozza stessa l'indicazione di criteri e principi direttivi come avviene per gli altri interventi.
Il tema non è affatto nuovo: a fine 2019, infatti, il Consiglio dei Ministri ha approvato un disegno di legge di delega al Governo per l'efficienza del processo civile e per la revisione della disciplina degli strumenti di risoluzione alternativa delle controversie.
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Il testo contiene disposizioni destinate a incidere profondamente sulla disciplina del contenzioso civile, nell'ottica della semplificazione, della speditezza e della razionalizzazione delle procedure, fermo restando il rispetto delle garanzie del contraddittorio. Il d.d.l. è attualmente fermo al Senato e risulta "in corso di esame in commissione".
Autore: Lucia Izzo