Fondi pensione dimezzati in 20 anni
- Fondi pensione, i dati del rapporto annuale Covip
- Fondi pensione, la metà rispetto al 1999
- Fondi pensione e Covid 19
Fondi pensione, i dati del rapporto annuale Covip
Il numero dei fondi pensione in 20 anni si è praticamente dimezzato. Ma nel 2019 gli iscritti sono aumentati del 4% rispetto al 2018. È questo uno dei dati registrati dal rapporto annuale della Covip (Commissione di vigilanza sui fondi pensione). I fondi pensione sono gli strumenti individuati dal legislatore per garantire una pensione complementare, considerata l'incertezza sulle future pensioni dei lavoratori, i cui importi potranno essere particolarmente bassi. Nascono dunque forme c.d. di previdenza complementare, strumenti di risparmio per assicurarsi una maggiore solidità economica futura e una vecchiaia quantomeno serena (vedi anche la nostra guida sui Fondi pensione).
Tornando ai dati a fine 2019 risultano 380 fondi pensione: 33 fondi negoziali, 41 fondi aperti, 70 piani individuali pensionistici (Pip), 235 fondi preesistenti, oltre a Fondi Inps in via di superamento.
Fondi pensione, la metà rispetto al 1999
È in costante riduzione invece il numero delle forme pensionistiche operanti nel sistema, se si pensa che nel 1999 le forme operanti erano quasi il doppio (739). Alla fine dello scorso anno, secondo i dati, gli iscritti alle diverse forme di previdenza complementare alla fine del 2019 sono pari a 8,3 milioni, in crescita del 4% rispetto all'anno precedente, per un tasso di copertura del 31,4% sul totale delle forze di lavoro. Sono 9,1 milioni lee posizioni in essere, comprese le posizioni doppie o multiple che fanno capo ad un unico iscritto. I contributi equivalgono a 16,2 miliardi di euro: 5,3 miliardi ai fondi negoziali (+5,3%); 2,2 mld ai fondi aperti (+8,2%); 4,5 mld ai piani individuali pensionistici (Pip) nuovi (+4,9%); e 4,2 mld ai fondi preesistenti.
Fondi pensione e Covid 19
Nel corso dell'emergenza sanitaria Covip ha continuato ad assicurare la sua attività di supervisione del sistema della previdenza complementare, adottando, anche a seguito del proficuo confronto con le associazioni rappresentative del settore, misure volte a facilitare l'attività degli operatori.
I primi riscontri hanno consentito di rilevare una adeguata proattività delle forme pensionistiche complementari sia per quanto attiene alla continuità operativa, sia in ordine alle modalità di interazione con gli iscritti. Quanto alle prestazioni, al momento non si è registrato un incremento delle richieste, ancorché in situazioni di difficoltà un aumento sia da ritenersi fisiologico. In linea generale, si ricorda, poi, che già da tempo la Covip ha dettato disposizioni, recepite in tutti gli ordinamenti dei fondi pensione, che consentono agli iscritti, anche una volta maturato il diritto alla prestazione pensionistica, di non richiedere immediatamente la prestazione stessa e mantenere quindi la propria posizione in gestione, valutando il momento più opportuno per l'uscita dalla fase di accumulazione in funzione delle proprie esigenze e delle contingenti condizioni di mercato.
Data: 25/06/2020 11:30:00Autore: Gabriella Lax