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Vitalizi parlamentari: cosa succede ora

Dietrofront della Commissione contenziosa al Senato sul taglio dei vitalizi. Diversi scenari possibili: dall'impugnazione della decisione al ritorno del vitalizio pieno, più gli arretrati


Addio al taglio dei vitalizi al Senato

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Spazzata via la delibera che due anni fa, nel 2018, aveva deciso il taglio dei vitalizi spettanti agli ex senatori. L'annullamento è stato deciso dalla Commissione contenziosa al Senato con tre voti a favore e due contrari, quelli dei senatori della Lega Simone Pillone e Alessandra Riccardi (ex M5S).
È stato dunque accolto il ricorso dei circa 700 ex parlamentari, assistiti dall'avvocato (ed ex deputato) Maurizio Paniz, che avevano contestato la decisione assunta nel 2018 dal Consiglio di presidenza.
"È stato ripristinato lo Stato di diritto" annuncia soddisfatto Paniz, il quale precisa che "la delibera è stata annullata perché ritenuta ingiustificata a fronte della giurisprudenza consolidata della Corte Costituzionale e del diritto dell'Unione europea, in base alla quale di fronte a una situazione consolidata gli interventi di riduzione degli importi devono rispondere a cinque requisiti, nessuno dei quali era stato rispettato dalla delibera".
Per approfondimenti Addio al taglio dei vitalizi

Quali scenari dopo l'annullamento

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Si attende ora il deposito delle motivazioni del provvedimento con cui la Commissione ha deciso per l'annullamento della delibera del 2018. Lo stesso documento, infatti, rinvia al "dispositivo definitivo e completo che verrà pubblicato in sede di deposito della decisione". Si aprono dunque diversi scenari e, tra questi, anche la possibilità che vengano nuovamente rimescolate le carte.

Impugnazione della decisione

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In primis, il Senato potrebbe decidere di impugnare l'annullamento innanzi al Consiglio di giurisdizione, in qualità di organismo di secondo grado. Si tratta di un'opzione che appare plausibile, in particolare viste le forte reazioni di gran parte della politica, sia di forze di maggioranza che di opposizioni. Ad ora si tratta ovviamente di "mere dichiarazioni" e solo il tempo potrà mostrare se queste si tradurranno in azioni concrete contro l'annullamento dei tagli.
Lo stesso presidente della Commissione contenziosa, Giacomo Caliendo (FI), ha precisato in una nota come "la decisione ha rimesso al Consiglio di Presidenza del Senato l'adozione di correzioni e integrazioni della delibera impugnata indicando, implicitamente, una legittima modalità di contribuzione di tutti gli ex parlamentari titolari di assegni vitalizi alle aumentate necessità finanziare del nostro Paese". Si potrebbe, ad esempio, decidere di intervenire con tagli meno gravosi.

Ritorno dei vitalizi pieni e recupero arretrati

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In caso contrario, gli ex senatori torneranno a beneficiare di un vitalizio pieno, ma non solo. Spetterà loro anche il recupero degli arretrati, ovvero la restituzione delle somme di cui sono stati privati negli ultimi due anni per effetto del taglio di cui ora è stato deciso l'annullamento.
"La delibera è immediatamente operativa, quindi ci dovrà essere una restituzione immediata, poi il Senato potrà decidere se ricorrere in appello", ha spiegato l'avvocato Paniz a Fanpage.it.

Non vi dovrebbe esservi alcun rischio per quanto riguarda un buco in bilancio. Infatti, in previsione di una simile evenienza e nell'attesa del completamento dell'iter dei ricorsi, Palazzo Madama negli scorsi anni ha accantonato 2,2 milioni all'anno destinati proprio all'eventuale pagamento degli ex senatori.

Vitalizi alla Camera?

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Rimane ancora aperta, invece, la questione alla Camera, poiché anche in tale sede è stato presentato un numero impressionante di analoghi ricorsi. La decisione adottata dal Senato potrebbe avere effetto anche sui ricorsi pendenti a Montecitorio.
Data: 27/06/2020 16:00:00
Autore: Lucia Izzo