Rottamazione: un flop?
- Rottamazione dei ruoli, manca il 50% degli importi
- Rottamazione dei ruoli col decreto legge del 2016
- Rottamazione-bis, ter e saldo e stralcio
- Rottamazione dei ruoli, le ragioni del flop
Rottamazione dei ruoli, manca il 50% degli importi
Non ha funzionato la rottamazione dei ruoli. Come specifica la Corte dei conti nel "Rendiconto generale dello Stato 2019" della mancano più del 50% degli importi dovuti per le varie tipologie di sanatorie dei debiti esattoriali. È un quadro a tinte non allegre quello tratteggiato dai dati della relazione annuale se si pensa che le sanatorie consentivano ai contribuenti di abbattere totalmente l'importo delle sanzioni, degli interessi e dei compensi di riscossione.
Rottamazione dei ruoli col decreto legge del 2016
Le ragioni che hanno portato a questo flop imprevisto, rispetto rottamazione dei ruoli di cui al dl 193/2016, documentato nella relazione, sono più d'una. Rispetto agli incassi previsti per 17,7 miliardi di euro (corrispondenti ad un importo lordo di oltre 31 miliardi) i mancati versamenti sono risultati pari al 54% del totale. Dunque più di un contribuente su due non è dunque riuscito a portare a termine la definizione agevolata.
Rottamazione-bis, ter e saldo e stralcio
Cambia poco nel caso della rottamazione bis (dl 148/2017) con definizione agevolata dei ruoli pendenti presso il concessionario della riscossione. Gli omessi versamenti riguardano il 65% degli importi attesi. Cambia poco per la successiva, rottamazione-ter e saldo e stralcio, e le attuali che sembrano poco discostarsi: rispettivamente 56 e 42%.
Rottamazione dei ruoli, le ragioni del flop
Secondo la magistratura contabile troppi e contrastanti le decisioni prese che hanno ingenerato poca chiarezza nei confronti degli eventuali contribuenti interessati e sulla stessa possibilità di dare seguito, senza intralci, ai progetti di definizione.
In altri casi poi la richiesta di definizione agevolata è stata un escamotage contro le possibili azioni esecutive del concessionario della riscossione, senza poi procedere al pagamento degli importi richiesti. La sanatoria è stata dunque utilizzata come strumento per guadagnare tempo nei confronti dell'esattore. Chiaro anche che per molti debitori siano state le difficili condizioni economico-finanziarie ad impedire il rispetto delle scadenze di pagamento previste dalle singole norme agevolative.
La Corte dei conti rimarca anche il disvalore che si genera sulla collettività a seguito dell'introduzione di definizioni premiali che finiscono, inevitabilmente, per affievolire l'efficacia dell'azione di controllo. in ultimo, a causa degli omessi versamenti, le definizioni agevolate restano prive di effetto, facendo ritornare i relativi crediti a ruolo nel c.d. magazzino dell'Agenzia entrate-Riscossione il cui ammontare è ormai fuori controllo.
Data: 01/07/2020 15:30:00
Autore: Gabriella Lax