Minori e privacy, il Garante contro Tik Tok
Al social vengono imputate scarsa attenzione alla tutela dei minori, divieto di iscrizione ai più piccoli facilmente aggirabile, poca trasparenza e chiarezza nelle informazioni rese agli utenti
- Tik Tok e privacy, il procedimento del Garante
- Tik tok, la tutela dei minori
- Tik Tok e privacy, ecco le violazioni contestate
Tik Tok e privacy, il procedimento del Garante
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A rischio c'è la privacy dei minori. Per questo il Garante sulla protezione dei dati ha avviato un procedimento nei confronti del social network Tik tok. Le violazioni contestate riguardano una scarsa attenzione alla tutela dei minori, divieto di iscrizione ai più piccoli facilmente aggirabile, poca trasparenza e chiarezza nelle informazioni rese agli utenti, impostazioni predefinite non rispettose della privacy.
Tik tok, la tutela dei minori
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Tik Tok è un social usato soprattutto da giovanissimi per creare, condividere e commentare brevi video. Per quanto sulle problematiche poste da Tik Tok sia in corso un'attività nell'ambito del Comitato che riunisce le Autorità europee, il Garante ha comunque stabilito di aprire un procedimento formale nei confronti del social network a tutela dei minori del nostro Paese. L'istruttoria avviata dagli uffici dell'Autorità nel marzo di quest'anno ha evidenziato una serie di trattamenti di dati effettuati dal social network che appaiono non conformi al nuovo quadro normativo in materia di protezione dei dati personali. Dopo aver ricevuto le contestazioni, la società avrà 30 giorni per inviare memorie difensive e chiedere eventualmente di essere sentita.
Tik Tok e privacy, ecco le violazioni contestate
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In primis, a Tik Tok viene contestato che le modalità di iscrizione al social network non tutelino adeguatamente i minori. Il divieto di iscrizione al di sotto dei 13 anni, stabilito dal social network, risulta facilmente aggirabile usando una data di nascita falsa. Tik Tok di conseguenza non impedisce ai più piccoli di iscriversi e non verifica che vengano rispettate le norme sulla privacy italiane, le quali prevedono per l'iscrizione ai social network il consenso autorizzato dei genitori o di chi ha la responsabilità genitoriale del minore che non abbia compiuto 14 anni. L'informativa è standardizzata e non prende in specifica considerazione la situazione dei minori, mentre sarebbe necessario creare una apposita sezione dedicata ai più piccoli, scritta con un linguaggio più semplice e con meccanismi di alert che segnalino i rischi ai quali si espongono.
I tempi di conservazione dei dati risultano poi indefiniti rispetto agli scopi per i quali vengono raccolti né appaiono indicate le modalità di anonimizzazione che il social network afferma di applicare. Stessa mancanza di chiarezza riguarda il trasferimento dei dati nei Paesi extra Ue, non essendo specificati quelli verso i quali la società intende trasferire i dati, né indicata la situazione di adeguatezza o meno di quei Paesi alla normativa privacy europea. Il social preimposta il profilo dell'utente come "pubblico", consentendo la massima visibilità ai contenuti in esso pubblicati. Tale impostazione predefinita si pone in contrasto con la normativa sulla protezione dei dati che stabilisce l'adozione di misure tecniche ed organizzative che garantiscano, di default, la possibilità di scegliere se rendere o meno accessibili dati personali ad un numero indefinito di persone.
Data: 23/12/2020 21:00:00Autore: Gabriella Lax