Il licenziamento del lavoratore a seguito di un controllo occulto e la privacy Andrea Pedicone - 24/11/24  |  Rottamazione quinquies: verso un nuovo "condono" fiscale Alice Cometto - 16/11/24  |  La scienza smascherata United Lawyers for Freedom – ALI Avvocati Liberi - 21/06/23  |  Compiti a casa: i docenti devono usare il registro elettronico  Redazione - 12/04/23  |  Annullate multe over50: la prima sentenza United Lawyers for Freedom – ALI Avvocati Liberi - 26/03/23  |  

Criminalità: Grasso, diminuiti i collaboratori di giustizia

Il Procuratore nazionale antimafia, Piero Grasso, nel corso dell'audizione in commissione Antimafia ha lanciato un nuovo allarme: I collaboratori di giustizia sono diminuiti e questi "sono essenziali per il contrasto alla criminalita' organizzata di tipo mafioso".
Alla data del 30 giugno del 1998, chiarisce il Procuratore, "i collaboratori e i testimoni di giustizia erano in totale 1096 mentre al 31 gennaio 2007 ne abbiamo 866, cio' significa che sono in calo del 21%. I testimoni di giustizia hanno invece una percentuale di incremento. I familiari sono diminuiti del 30,6%: il 30 giungo 1998 i familiari assistiti e protetti erano 4157 oggi sono 2885". Tentando di dare una spiegazione ai motivi che hanno determinato questa diminuzione, Piero Grasso rappresenta che sono state introdotte delle modifiche alla legge del 1991 che l'hanno resa disincentivante: "Alludo al fatto di dire tutto e subito: e' chiaro che bisognava mettere fine alle dichiarazioni a rate ma in qualche caso e' utile potere avere piu' tempo, ad esempio quando ci sono dei grossi collaboratori che riferiscono anni e anni di attivita' mafiosa. Bisogna riscontrare parte delle loro dichiarazioni e proseguire, questo richiede del tempo'.
Lo stesso discorso va fatto per una norma che "impone di indicare e fornire tutti i beni in possesso dell'aspirante collaboratore. Cosa che crea una disparita' di trattamento rispetto agli stessi mafiosi, perche' nel corso del giudizio di misure di prevenzione a un mafioso vengono confiscati i beni di cui non risce a dimostrare la provenienza lecita, mentre al collaboratore vengono tolti tutti'.
Un'altro problema -aggiunge il Procuratore- è dato dalle obiettive difficoltà di reinserimento sociale e lavorativo.Quando un collaboratore esce dal programma di protezione può contare in un sistema di "capitalizzazione delle misure di assistenza".
In sostanza "viene valutato quanto costa il collaboratore e viene capitalizzato per due anni o al massimo per 5 anni". Così il collaboratore "si trova da un giorno all'altro con questa somma ma senza poter risolvere i problemi ne' della casa ne' del reiserimento lavorativo'. Data: 06/03/2007
Autore: Roberto Cataldi