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Categoria militare: trasferimento d'autorità

Il trasferimento d'autorità è qualificabile come ordine: esso, però, deve contenere l'indicazione dei presupposti posti a base del trasferimento stesso


Trasferimento d'autorità

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In generale, i provvedimenti di trasferimento d'autorità di militari sono qualificabili come ordini.
Rispetto a tali ordini, le sentenze ci dicono che l'interesse del militare a prestare servizio presso una determinata sede assume di norma una rilevanza di mero fatto.

Garanzie partecipative e motivazione

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Anzi, di regola non richiedono neppure specifiche garanzie partecipative preventive per il militare destinatario, quali quelle previste dall'art. 7 Legge n. 241/90 in materia di comunicazione di avvio del procedimento amministrativo avviato.

Neppure richiedono una particolare motivazione, dal momento che l'interesse pubblico al rispetto della disciplina ed allo svolgimento del servizio è ritenuto prevalente sugli altri eventuali interessi del subordinato.
Le pronunce dei tribunali amministrativi e del Consiglio di Stato ci ricordano che non è configurabile, per la categoria militare, una situazione giuridica tutelabile circa la sede di servizio, la permanenza nella quale costituisce una semplice modalità di svolgimento del servizio medesimo.
Bene: tutto quanto detto attiene ai principi generali vigenti in materia.
Andiamo ora ad esaminare, sia pur in estrema sintesi, alcuni altri importanti aspetti riguardanti l'istituto.

Presupposti che giustificano il provvedimento

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In pratica, quanto sopra esposto non significa che esiste un arbitrio assoluto della pubblica amministrazione: seppur con i limiti e con la salvaguardia delle specifiche esigenze militari, il provvedimento di trasferimento dovrà pur sempre contenere la chiara indicazione dei presupposti, di fatto e di diritto, che lo giustificano.

Con la conseguenza che, se tali presupposti dovessero mancare, potrà essere valutato il ricorso per l'annullamento del provvedimento in questione.

Fattibilità del ricorso

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In buona sostanza: il giudice amministrativo può esprimere il suo sindacato in modo più approfondito, anche nei casi in cui si legge una motivazione formale solo riferita ad esigenze di servizio.
A patto che, nel suo ricorso, il militare ricorrente deduca elementi precisi in grado di smentire in toto le necessità affermate dall'amministrazione con il provvedimento, facendo così emergere l'arbitrarietà e l'abnormità dell'atto di trasferimento.
Questi sono i casi in cui il ricorso del militare è sostenibile.

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Data: 11/04/2021 15:00:00
Autore: Francesco Pandolfi