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Tassa sulla prima casa: l'Europa ci chiede di reintrodurla

Nel suo report "Going for Growth 2021", l'OCSE fornisce raccomandazioni all'Italia per affrontare le sfide aggravate dalla crisi COVID-19


Il rapporto OCSE "Going for Growth 2021"

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Molte delle sfide strutturali dell'Italia (come le significative disparità territoriali, demografiche, di genere e nelle performance di produttività, nonché gli elevati livelli di debito pubblico) sono state aggravate dalla crisi provocata dal COVID-19.
Un dato di fatto sottolineato dall'OCSE (Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico e lo sviluppo economico) nel recente rapporto "Going for Growth 2021" (qui sotto allegato), letteralmente "Verso la crescita", presentato a Parigi lo scorso 14 aprile.
Il documento ha riacceso il dibattito su un tema abbastanza ricorrente, quello della tassazione della prima casa: come noto, è stato il primo Governo Berlusconi ad abolirla e in diverse occasioni si era parlato di una sua reintroduzione, ad oggi mai avvenuta. Adesso è direttamente l'organizzazione internazionale a sollecitare l'Italia in tal senso.

OCSE: reintrodurre la tassazione sulle prime case

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Infatti, tra le raccomandazioni OCSE presenti nel documento, volte ad accrescere l'efficienza e l'equità della struttura fiscale, figura a chiare leggere quella di "accelerare l'aggiornamento dei valori catastali e reintrodurre la tassazione sulle prime case, prevedendo esenzioni per le famiglie a basso reddito".
L'idea sarebbe quindi quella di un ritorno dell'IMU sulle prime abitazioni, ma non per tutti, ritenendosi necessario che la reintroduzione sia affiancata da esenzioni a favore delle famiglie meno abbienti che potrebbero, ad esempio, essere valutate in base all'ISEE sotto una certa soglia.

In realtà, l'OCSE ha sottolineato anche la necessità di una generale semplificazione di tutte le complessità riguardanti il sistema fiscale degli immobili e si chiede all'Italia anche di "migliorare il coordinamento tra le agenzie fiscali e gli altri organi di regolamentazione per favorire indagini che adottino un approccio olistico basato sul rischi".
Il tema del ritorno dell'IMU sulla prima casa è abbastanza ricorrente: prima dell'OCSE a raccomandare una sua reintroduzione erano stati anche la Comunità Europea e la Banca d'Italia, sempre con la possibilità di un'esenzione per i redditi bassi.
Lo scorso ottobre, facendo seguito all'interrogazione della deputata leghista del Parlamento europeo, Silvia Sardone, la Commissione Europea, nella persona di Paolo Gentiloni, ha sottolineato come più volte Bruxelles abbia raccomandato l'Italia ad agire in tal senso.
Ad esempio, in base all'analisi fiscale sul sistema italiano contenuta nella "Relazione per paese relativa all'Italia 2020", si dimostra che "abolendo l'esenzione dell'IMU sull'abitazione principale (con diversi gradi di progressività) e utilizzando le entrate supplementari per ridurre la tassazione sul lavoro, si fornirebbero maggiori incentivi a lavorare, determinando ripercussioni positive sulla crescita economica".

Migliorare l'efficienza della P.A.

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Nel suo documento, l'OCSE si sofferma anche su altri aspetti particolarmente importanti. In apertura, evidenzia come rappresenti una priorità essenziale per favorire la ripresa la "promozione dell'efficienza della pubblica amministrazione, principalmente nell'ottica di migliorare la gestione degli investimenti pubblici e rendere, al contempo, più efficaci l'assegnazione e il coordinamento dei compiti di attuazione delle varie politiche tra i diversi livelli di governo".

Questi ultimi sarebbero passaggi chiave per un'efficace utilizzo dei fondi dello European Recovery and Resilience Facility (RRF) e per la piena realizzazione dei vantaggi attesi dalle previste riforme strutturali. Dal segretario generale OCSE, Angel Gurria, è giunta anche un'ulteriore sollecitazione nei confronti dell'Italia, ossia quella di introdurre un'imponente tassa sulle emissioni di Co2.
Il successo del paese, sottolinea l'Organizzazione, dipenderà dunque dalla capacità di migliorare l'attuazione, la gestione e la determinazione delle priorità in materia di investimenti pubblici di qualità. Ad essere superate dovranno essere anche le disparità regionali in termini di capacità di attuazione, nonché gli ostacoli al coordinamento tra i vari livelli di governo. Migliorare l'efficienza della pubblica amministrazione rafforzerebbe l'impatto delle riforme e potenzierebbe la risposta del settore privato alle misure di rilancio, si legge nel rapporto.
L'OCSE non manca di sottolineare l'importanza della riforma del settore giudiziario, che, attraverso lo snellimento dei procedimenti amministrativi e l'incremento del ricorso a sistemi alternativi di risoluzione delle controversie, condurrebbe a un'applicazione più equa della legge. Ancora, il rapporto parla di digitalizzazione e introduzione di piattaforme digitali, che dovrebbero andare di pari passo con l'impegno per la semplificazione delle procedure amministrative a tutti i livelli di governo.

Lavoro, istruzione e investimenti

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Altro rischio della crisi determinata dal COVID-19 è quello di veder ulteriormente calare i, già bassi, tassi di occupazione, con un rafforzamento le diseguaglianze, soprattutto per chi ha uno scarso livello di competenze e un basso livello di formazione continua. Il livello di istruzione italiano, infatti, appare inferiore a quello dei paesi dell'OCSE e relativamente basso è anche quello degli investimenti, che rappresentano strumenti indispensabili per favorire la crescita e l'occupazione a lungo termine
Per questo, si ritiene che "un'offerta efficace di istruzione, servizi pubblici di promozione dell'impiego e politiche di attivazione servizi in materia di istruzione, possa contribuire a mitigare i divari tra domanda e offerta di competenze e lavoro, in particolar modo per i giovani e per i lavoratori più vulnerabili".

Allo stesso tempo, per l'OCSE la semplificazione del sistema fiscale, l'allargamento della base imponibile e il proseguimento degli sforzi volti al rafforzamento dell'amministrazione tributaria consentirebbero di accrescere l'efficienza e l'equità della struttura fiscale per fornire un migliore sostegno all'occupazione e alla crescita.
Infine, produttività e innovazione dovrebbero aumentare nelle piccole e medie imprese, in uno sforzo di allineamento alle imprese più performanti. L'organizzazione loda il pacchetto di generosi incentivi, volti a favorire gli investimenti nelle tecnologie digitali e nella Ricerca e Sviluppo, che nel 2020 ha rafforzato le misure di sostegno già adottate in passato.

Protezione sociale: promosso il Reddito di Cittadinanza

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Nel valutare l'Italia, l'OCSE guarda con positività ai recenti pogressi in tema di riforme strutturali: da un lato, il sistema di protezione sociale è stato nettamente migliorato grazie al reddito di cittadinanza che introduce sussidi più elevati per le famiglie e condizioni più rigorose per l'ottenimento delle prestazioni.
Ancora, si loda l'adozione, da parte del Governo, di riforme significative per rafforzare il rispetto degli obblighi fiscali e la riduzione del cuneo fiscale sul lavoro nel 2020, nonché la proroga del sostegno alla Ricerca & Sviluppo e agli investimenti digitali.
Si menzionano, infine, le riforme del settore bancario adottate in passato e le iniziative per lo sviluppo di un mercato secondario dei crediti deteriorati (che hanno migliorato le condizioni del settore bancario, oggi in condizione di fornire maggiore liquidità al sistema rispetto a quanto avveniva durante la crisi finanziaria mondiale), nonché le riforme amministrative e legislative in materia di procedura giudiziaria per ridurre le inefficienze e migliorare la resistenza del sistema a fronte di un aumento dei fallimenti.
Data: 23/04/2021 12:00:00
Autore: Lucia Izzo