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Tik Tok, il Garante privacy chiede ulteriori garanzie

Oltre 500mila gli account di infratredicenni già bloccati o rimossi. Richiesti ulteriori interventi per tenere gli infratredicenni fuori dalla piattaforma


Tik tok, più di 500mila account di infratredicenni bloccati o rimossi

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Le reazioni sono arrivate dopo il triste fatto di cronaca che ha visto la morte, qualche mese fa, di una ragazzina di Palermo, vittima di un gesto emulativo. La vicenda ha scatenato la reazione del Garante per la protezione dei dati personali italiano con relativo blocco del social.

Tik Tok si è impegnata ad adottare nuove misure sul mercato italiano per impedire l'accesso dei più piccoli alla piattaforma. Le misure approntate da Tik Tok a seguito dei provvedimenti d'urgenza adottati dal Garante per la protezione dei dati personali hanno portato buoni risultati, tuttavia sufficienti, secondo l'Autorità. Secondo i dati, tra il 9 febbraio, inizio del blocco imposto dal Garante, ed il 21 aprile sono stati più di 12 milioni e mezzo gli utenti italiani ai quali è stato chiesto di confermare di avere più di 13 anni per accedere alla piattaforma. Il risultato: oltre 500 mila gli utenti rimossi perché probabili infratredicenni; dei quali circa 400 mila hanno dichiarato un'età inferiore ai 13 anni e 140 mila risultati tali attraverso una combinazione di moderazione e strumenti di segnalazione implementati all'interno dell'app.

Tik Tok nuove misure per tenere i più giovani fuori dalla piattaforma

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Dopo le richieste del Garante arriva l'ulteriore impegno delle piattaforma, finalizzato a garantire la cancellazione, entro 48 ore, degli account segnalati e che risultino, all'esito di verifiche, intestati a utenti al di sotto dei 13 anni di età; rafforzare i meccanismi di blocco dei dispositivi utilizzati dagli utenti infratredicenni per provare a accedere alla piattaforma; ed ancora trovare soluzioni, anche basate sull'intelligenza artificiale, che nel rispetto della disciplina in materia di protezione dei dati personali, consentano di minimizzare il rischio che bambini al di sotto dei 13 anni di età utilizzino la piattaforma; lanciare nuove iniziative di comunicazione, sia in app che attraverso radio e giornali, allo scopo di educare a un uso consapevole e sicuro della piattaforma e di ricordare che la piattaforma non è adatta a un pubblico di infratredicenni.

La piattaforma inoltre si impegnerà a cercare una nuova informativa realizzata con linguaggio semplice e con modalità interattive e coinvolgenti dedicata agli utenti minorenni anche utilizzando modalità multimediali o nuove soluzioni idonee a rafforzare le opportunità che i minorenni prendano effettivamente conoscenza del contenuto di tale informativa; Tik tok condividerà con il Garante, dati e informazioni relative all'efficacia delle diverse misure adottate, al fine di collaborare nell'identificazione di misure efficaci e capaci di contenere il fenomeno. Ed infine sarà lo stesso Garante a vigilare sull'adempimento da parte di Tik Tok in relazione agli impegni assunti e proseguirà nella sua attività di indagine e verifica nell'ambito dei procedimenti già avviati nei confronti della piattaforma.

Il progetto di Instagram rivolto agli under 13

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Lo stesso Garante aveva nel mirino l'utilizzo di Facebook e Instagram da parte dei minori, e a tal proposito aveva aperto un fascicolo. In America però scoppia il caso dopo la volontà espressa da Facebook di presentare un progetto di Instagram rivolto agli under 13. La motivazione alla base della scelta, secondo i master del colosso, il fatto che sempre più bambini chiedono ai loro genitori il permesso di iscriversi su social network che usano i loro amici, in modo da sentirsi integrati e restare al passo coi loro coetanei.

Contro il progetto sono insorti negli Stati Uniti i procuratori generali di 44 stati che hanno chiesto a Mark Zuckerberg di abbandonare il progetto, sottolineando le forti preoccupazioni comportamentali e di privacy legati all'uso dei social media da parte dei più giovani. «L'uso dei social media - riporta Reuters citando la lettera - può essere dannoso per la salute e il benessere dei bambini, che non sono attrezzati per affrontare le sfide di avere un account sui social media». In Europa invece la Gpr, la legge europea per la gestione dei dati personali, considera la fascia d'età under 13 protetta per cui la sperimentazione non potrebbe attecchire.

Data: 16/05/2021 06:00:00
Autore: Gabriella Lax