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Responsabilità medica: incostituzionale negare l'aumento ai periti

La Corte costituzionale ha dichiarato l'illegittimità della norma della Gelli-Bianco che vieta di aumentare del 40% i compensi dei CTU in caso di incarichi collegiali


L'aumento del 40% non può essere negato

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Con la sentenza numero 102/2021 qui sotto allegata, la Corte costituzionale ha dichiarato l'illegittimità dell'articolo 15, comma 4, della cd. legge Gelli-Bianco (legge n. 24/2017): per la Consulta, non è conforme a Costituzione negare che, nei giudizi di responsabilità medica, il compenso dei consulenti tecnici d'ufficio possa essere aumentato del 40% laddove l'incarico sia collegiale.

Si tratta di una deroga al TU spese di giustizia irragionevole e in contrasto con il principio di uguaglianza.

La necessaria collegialità della CTU

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Oltretutto, non può non considerarsi, come rilevato anche dalla Corte costituzionale, che, nei giudizi di responsabilità sanitaria, la legge Gelli-Bianco ha elevato il collegio a modalità ordinaria di svolgimento delle consulenze tecniche, data la complessità della materia.

Più precisamente, come si legge nella sentenza della Consulta, "A fronte dell'introduzione, nei procedimenti civili e penali aventi ad oggetto la responsabilità sanitaria, del principio di necessaria collegialità a presidio della correttezza dell'indagine peritale, non trova giustificazione la scelta del legislatore di determinare l'onorario globale spettante al collegio in misura pari a quella che verrebbe riconosciuta in caso di conferimento di incarico al singolo".

Anzi, "risulta gravemente contraddittorio che, per un verso, si esiga che in tale campo sia favorito l'intervento di tecnici particolarmente specializzati ed esperti e, per altro verso, si sopprima il meccanismo che prevede un incremento del compenso che tale complessità vale a controbilanciare, meccanismo destinato ad evitare una plateale decurtazione dell'importo che sarebbe spettato in caso di incarico al singolo".

Il sacrificio dei consulenti è ingiustificato

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La decisione della legge Gelli-Bianco di limitare l'aumento dei compensi risponderebbe alla finalità di rendere meno pesante, per le parti già onerate dei costi della CTP, l'aggravio economico connesso alle consulenze collegiali.

Si tratta, però, di una motivazione che, per la Consulta, "non può valere a legittimare la introduzione di una irragionevole soglia di contenimento del quantum dell'onorario, non potendo il soddisfacimento di un'esigenza siffatta tradursi in un ingiustificato sacrificio per i consulenti incaricati".

L'unico vero e pericoloso effetto che può derivare da tale limitazione è quello che i professionisti "dotati di maggiore esperienza e specializzazione" decidano di non mettersi a servizio della giustizia, vista l'esiguità dei compensi previsti in caso di incarico collegiale (circostanza che si somma al mancato adeguamento triennale che, invece, la legge prescriverebbe).

Data: 21/05/2021 15:00:00
Autore: Valeria Zeppilli