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Vaticano e Ddl Zan: facciamo chiarezza

La nota del Vaticano secondo cui il Ddl Zan violerebbe il Concordato, le polemiche innescate e la petizione per la revisione del Concordato Stato-Chiesa


Ddl Zan, la violazione del Concordato

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Violerebbe il Concordato tra Italia e la Chiesa il dl Zan contro l'omotransfobia approvato alla Camera nel novembre del 2020 e ora in discussione in commissione Giustizia del Senato. Da qui la nota formale inviata al governo italiano per chiedere una modifica del disegno di legge Zan, la proposta di legge. Il Concordato, in vigore dal 1984, è il documento ufficiale che regola i rapporti fra lo Stato italiano e la Chiesa cattolica.

Le violazioni riguarderebbero una serie di punti , proposti in una lettera consegnata lo scorso 17 giugno da monsignor Paul Richard Gallagher, segretario per i Rapporti con gli Stati della Segreteria di Stato, all'ambasciata italiana in Vaticano. Ufficialmente la Santa Sede ha chiesto al governo italiano di "rimodulare" il provvedimento legislativo in esame poiché com’è adesso configurerebbe una violazione del Concordato, mettendo a rischio "la piena libertà" della Chiesa cattolica.

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Ddl Zan, Draghi: «Il nostro è uno stato laico»

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Sulla questione è intervenuta la risposta del presidente del Consiglio Mario Draghi, nel suo intervento in Senato, durante le repliche ai senatori sulle sue comunicazioni in vista del Consiglio europeo del 24 e 25 giugno. «Senza voler entrare nel merito della questione – ha evidenziato - rispetto agli ultimi sviluppi,voglio dire che il nostro è uno stato laico, non è uno stato confessionale. Quindi il Parlamento è libero di discutere».

Dl Zan e richieste del Vaticano, le voci politiche

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In questo scenario il Pd aspetta di vedere i testi e leggerli, fermo restando il sostegno incondizionato alla proposta di legge. Più caustici i rappresentanti politici dei partiti di destra. Il segretario della Lega Matteo Salvini ha ringraziato il Vaticano per la nota ufficiale con cui la Santa Sede chiede al governo italiano di stoppare il ddl Zan contro l'omofobia, da Lamezia ha spiegato «Lottare contro ogni tipo di discriminazione e di abuso di violenza è nel nostro Dna perché ognuno deve essere libero di amare, vivere e di scegliere come condividere la sua vita»

Per il senatore della Lega Pillon il ddl Zan è responsabile di provocare un terremoto senza precedenti nelle relazioni tra Stato e Chiesa. «La posizione di Forza Italia è contro la legge Zan – spiega Antonio Tajani - ma non siamo una caserma e ci sarà qualcuno che può pensarla in maniera diversa. Ma la legge Zan limita gli spazi di libertà invece di farli crescere. Nel contenuto della proposta di legge ci sono posizioni che finiscono per limitare la libertà di opinione e di espressione».

Abolizione del concordato Stato-Vaticano, la petizione

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Ma la vicenda del dl Zan è il punto di partenza per una petizione su Change.org che ha raggiunto già 6.000 firme. Nei chiarimenti le ragioni della raccolta stanno nel fatto che «il Vaticano ha chiesto una modifica del Ddl Zan, un decreto di legge in discussione al Parlamento Italiano, Parlamento di uno Stato laico. Il Ddl Zan chiede una legge contro l’odio e le discriminazioni in base a sesso, genere, identità sessuale, orientamento sessuale e inabilismo. Con quali pretese il Vaticano – si domandano i fautori della petizione - un altro Stato, richiede delle modifiche? Molti cittadini non ci stanno e chiedono l’abolizione del concordato Stato-Vaticano: basta con i privilegi secolari di questa istituzione e basta ingerenze». Nella petizione viene chiesta «una completa revisione del concordato Italia-Vaticano del 1984 in modo da limitare ulteriori ingerenze da parte della Chiesa sulla libertà ed autonomia decisionale del Popolo Italiano, dei suoi rappresentanti e sulle sue leggi. Al solo Popolo Italiano, ai suoi rappresentanti e agli organismi internazionali a cui l’Italia ha aderito appartiene la piena ed autonoma sovranità decisionale sulle leggi dello Stato che regolano i diritti civili dei cittadini».

Vaticano su ddl Zan, la nota

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Di seguito la nota integrale pubblicata da Ansa e Corriere della Sera:

La Segreteria di Stato, sezione per i Rapporti con gli Stati, porge distinti ossequi all’Ecc.ma Ambasciata d’Italia e ha l’onore di fare riferimento al disegno di legge n.2005, recante “misure di prevenzione e contrasto della discriminazione e della violenza per motivi fondati sul sesso, sul genere, sull’orientamento sessuale, sull’identità di genere e sulla disabilità”, il cui testo è stato già approvato dalla Camera dei Deputati il 4 novembre 2020 ed è attualmente all’esame del Senato della Repubblica. Al riguardo la Segreteria di Stato rileva che alcuni contenuti dell’iniziativa legislativa – particolarmente nella parte in cui si stabilisce la criminalizzazione delle condotte discriminatorie per motivi “fondati sul sesso, sul genere, sull’orientamento sessuale, sull’identità di genere” – avrebbero l’effetto di incidere negativamente sulle libertà assicurate alla Chiesa cattolica e ai suoi fedeli dal vigente regime concordatario. Ci sono espressioni della Sacra Scrittura e delle tradizioni ecclesiastiche del magistero autentico del Papa e dei vescovi, che considerano la differenza sessuale, secondo una prospettiva antropologica che la Chiesa cattolica non ritiene disponibile perché derivata dalla stessa Rivelazione divina.

Tale prospettiva è infatti garantita dall’Accordo tra la Santa Sede e la Repubblica italiana di Revisione del concordato lateranense, sottoscritto il 18 febbraio 1984. Nello specifico, all’articolo 2, comma 1, si afferma che “la Repubblica italiana riconosce alla Chiesa cattolica la piena libertà di svolgere la sua missione pastorale, educativa e caritativa, di evangelizzazione e di santificazione. In particolare è assicurata alla Chiesa la libertà di organizzazione, di pubblico esercizio del culto, di esercizio del magistero e del ministero spirituale, nonché della giurisdizione in materia ecclesiastica”. All’articolo 2, comma 3, si afferma ancora che “è garantita ai cattolici e alle loro associazioni e organizzazioni la piena libertà di riunione e di manifestazione del pensiero, con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione”.

La Segreteria di Stato auspica pertanto che la Parte italiana possa tenere in debita considerazione le suddette argomentazioni e trovare una diversa modulazione del testo normativo in base agli accordi che regolano i rapporti tra Stato e Chiesa e ai quali la stessa Costituzione Repubblicana riserva una speciale menzione.

La Segreteria di Stato, Sezione per i Rapporti con gli Stati, si avvale della circostanza per rinnovare all’Ecc.ma Ambasciata d’Italia i sensi della sua alta considerazione.

Dal Vaticano, 17 giugno 2021.

Data: 24/06/2021 15:00:00
Autore: Gabriella Lax