Avvocati in campo contro il green pass
- Diffida al Governo: il green pass viola diritto Ue e Costituzione
- Il Regolamento 2021/953 vieta la discriminazione
- Ristoratori e titolari di palestre non sono pubblici ufficiali
- Ricorso al Consiglio di Stato: il Green Pass viola la dignità umana
Diffida al Governo: il Green Pass viola il diritto UE e la Costituzione
Gli avvocati dell'Unione per le Cure, i Diritti e le Libertà, capeggiata dal suo Fondatore Erich Grimaldi, dicono no all'estensione del Green Pass deliberata dall'esecutivo guidato da Mario Draghi.
Lo fanno con una diffida indirizzata alla Presidenza del Consiglio, alle Regioni, ai Comuni, alla Fipe, a Confcommercio e alla Federalberghi.
Il provvedimento, che prevede l'obbligo del Green Pass per accedere a determinati servizi ed attività, contrasta sia con il diritto Europeo (che vieta provvedimenti finalizzati a imporre la vaccinazione obbligatoria) che con l'art. 32 della nostra Costituzione, che al comma 2 sancisce che "Nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge."
Queste le lamentele degli avvocati della UCDL.
Il Regolamento 2021/953 vieta la discriminazione
Nella diffida si evidenzia inoltre che il regolamento Europeo 2021/953, che ha dettato un "quadro per il rilascio, la verifica e l'accettazione di certificati interoperabili di vaccinazione, di test e di guarigione in relazione alla COVID-19 (certificato COVID digitale dell'UE) per agevolare la libera circolazione delle persone durante la pandemia di COVID-19" al considerando n. 36 stabilisce che: "E' necessario evitare la discriminazione diretta o indiretta di persone che non sono vaccinate, per esempio per motivi medici, perché non rientrano nel gruppo di destinatari per cui il vaccino anti COVID-19 è attualmente somministrato o consentito, come i bambini, o perché non hanno ancora avuto l'opportunità di essere vaccinate. Pertanto il possesso di un certificato di vaccinazione, o di un certificato di vaccinazione che attesti l'uso di uno specifico vaccino anti COVID-19, non dovrebbe costituire una condizione preliminare per l'esercizio del diritto di libera circolazione o per l'utilizzo di servizi di trasporto passeggeri transfrontalieri quali linee aeree, treni, pullman, traghetti o qualsiasi altro mezzo di trasporto. Inoltre, il presente regolamento non può essere interpretato nel senso che istituisce un diritto o un obbligo a essere vaccinati."
Da segnalare, in merito al regolamento UE, che la versione italiana non riporta, rispetto alla versione inglese, sempre in relazione al considerando n. 36, un periodo da cui emerge il divieto di discriminazione non solo nei confronti delle persone non vaccinate per ragioni mediche, ma anche di quelle che hanno deciso di non sottoporsi alla vaccinazione: "It is necessary to prevent direct or indirect discrimination against persons who are not vaccinated, for example because of medical reasons, because they are not part of the target group for which the COVID -19 vaccine is currently administered or allowed, such as children, or because they have not yet had the opportunity or chose not to be vaccinated. Therefore, possession of a vaccination certificate, or the possession of a vaccination certificate indicating a COVID-19 vaccine, should not be a pre-condition for the exercise of the right to free movement or for the use of cross-border passenger transport services such as airlines, trains, coaches or ferries or any other means of transport. In addition, this Regulation cannot be interpreted as establishing a right or obligation to be vaccinated."
Ristoratori e titolari di palestre non sono pubblici ufficiali
Gli avvocati della UCDL contestano inoltre violazione della privacy, con particolare riguardo a dati sensibili che hanno a che fare con la salute del cittadino da parte di ristoratori e titolari di palestre, ai quali si finisce per attribuire ruolo e funzioni dei pubblici ufficiali, senza averne alcun titolo.
Ricorso al Consiglio di Stato: il Green Pass viola la dignità umana
C'è poi chi, come gli avvocati sardi Scifo e Corrias, ha deciso di ricorrere al Consiglio di Stato contro la decisione del TAR, che in sede cautelare non ha rilevato la sussistenza dei presupposti necessari per sospendere il decreto del Governo che subordina l'ingresso a ristoranti e palestre al possesso del Green Pass.
Per il TAR adito infatti "il ricorso non evidenzia circostanze che consentano di stabilire se e quale pregiudizio irreparabile potrebbe subire parte ricorrente dal provvedimento impugnato."
Gli avvocati però non sono d'accordo, perchè, a loro dire, il green pass viola la dignità umana anche alla luce dell'assenza di evidenze scientifiche capaci di dimostrare l'efficacia del vaccino. Da qui il ricorso a palazzo Spada.
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Data: 19/08/2021 22:00:00Autore: Annamaria Villafrate