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Animali sul luogo di lavoro: è possibile?

Uno studio statunitense conferma che la presenza di un cane al lavoro crea meno stress, maggiore produttività e collaborazione tra i colleghi


Animali sul luogo di lavoro: quali regole

A Tokyo, già parecchi anni fa, un'importante società ha adottato diversi gatti cerca-famiglia lasciando agli animali la possibilità di girare liberamente tra gli uffici e interagire con i lavoratori.

In Italia, alcune importanti aziende hanno organizzato e regolamentato delle zone dove è possibile recarsi al lavoro con il proprio cane, garantendo sicurezza per i lavoratori, benessere degli animali e, molto probabilmente, aumento della produttività, lavorando in un contesto pet friendly.

Alcune società organizzano corsi di formazione per ottenere un attestato, "patentino", che attesti la capacità del detentore e l'idoneità del proprio cane ad essere presente sul luogo di lavoro.

A livello nazionale non vi è alcuna disposizione limitativa ma sono le aziende o il singolo datore che autorizza o meno l'accesso con il cane (o l'animale da compagnia regolarmente detenuto) sul luogo di lavoro.

Le prescrizioni che, solitamente, devono essere garantite sono le seguenti: il cane deve essere dotato di microchip (adempimento obbligatorio a prescindere da una detenzione in ufficio); coperto da assicurazione per responsabilità civile verso terzi; è necessario prestare attenzione nei rapporti con altri colleghi che possono avere problemi verso gli animali come paura o allergie; è vietato lasciare incustodito il cane (o animale); il cane deve essere sottoposto a regolari profilassi vaccinali, trattamenti antiparassitari.

Ma quando invece è l'animale da compagnia a essere "lavoratore"'?

Tanti sono gli esempi di animali che, quotidianamente, sono protagonisti di attività importanti.

Basti pensare alla "pet therapy" negli ospedali o in case di riposo: la presenza di cani e gatti aiuta le persone in difficoltà a sorridere e acquisire comportamenti positivi.

Questa attività è anche un'occasione lavorativa, in quanto l'operatore deve seguire un corso professionale specifico che lo autorizzi ad esercitare nel settore.

In base all'Accordo, ai sensi degli articoli 2, comma 1 lettera b) e 4, comma 1 del decreto legislativo 28 agosto 1997, n. 281 tra il Governo, le Regioni e le Province autonome di Trento e Bolzano, nell'anno 2015 è stato approvato il documento recante "Linee guida nazionali per gli interventi assistiti con gli animali (IAA)", elaborato al fine di tutelare il benessere dell'animale impiegato, definire standard operativi per la corretta e uniforme applicazione degli IAA nel territorio nazionale e individuare compiti-responsabilità delle diverse figure professionali coinvolte.

Altro importante esempio è la presenza di animali negli istituti penitenziari: il progetto "cavalli in carcere" a Milano, è nato per aiutare i detenuti ad imparare attività di scuderia e non solo, al fine di reintrodurli sia socialmente che lavorativamente.

Ancora si pensi ai "cani poliziotto", che quotidianamente affiancano gli agenti nella prevenzione e repressione di attività illecite.

Infine, diverse normative regionali intervengono sul tema: l'Emilia Romagna con L.R. n. 29 del 1997 all'art. 10 quater (introdotto dalla legge regionale 17 luglio 2014 , n. 13) prevede che i cani di accompagnamento delle persone con disabilità, condotti dal disabile, possono accedere gratuitamente su ogni mezzo del trasporto pubblico regionale e locale.

A cura di

Avv. Claudia Taccani

Responsabile Sportello Legale OIPA

www.oipa.org

sportellolegale@oipa.org

Data: 18/10/2021 06:00:00
Autore: Claudia Taccani