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Addio iscrizione a ruolo senza il versamento del contributo unificato

Nella bozza della manovra 2022 una norma che vieta di procedere all'iscrizione a ruolo delle cause se prima non viene pagato il contributo unificato. L'avvocatura insorge compatta


Manovra 2022: niente iscrizione a ruolo senza contributo unificato

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Il testo della manovra di bilancio 2022 in Senato da martedì 16 novembre 2021 all'art. 192 intitolato "Disposizioni in materia di contributo unificato" introduce alcune modifiche al DPR n. 115/2002. La prima modifica di rilevo riguarda l'art. 16 al quale, prima del primo comma viene aggiunto il seguente: "In caso di omesso pagamento del contributo unificato, ovvero nel caso in cui l'importo versato non è corrispondente al valore della causa dichiarato dalla parte ai sensi dell'articolo 15, comma 1, anche quando sono utilizzate modalità di pagamento con sistemi telematici, il personale incaricato non deve procedere all'iscrizione al ruolo."
La disposizione non è di scarso rilievo. Essa in pratica vieta al personale d'iscrivere a ruolo le cause se il contributo unificato non viene pagato o non viene pagato nella misura esatta in base al valore della controversia.

Norma anti-evasione del contributo unificato

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La ragione di tale novità è spiegata nella relazione illustrativa della manovra 2022 la quale, nel descrivere la ratio dell'art. 192 spiega che dopo l'entrata a regime del processo civile telematico si è assistito a un aumento progressivo dell'evasione dall'obbligo di pagamento del contributo unificato, assolto in genere attraverso l'apposizione della marca di bollo sulla nota d'iscrizione, poi annullata dalla cancelleria.
In questo modo, ossia attraverso la previsione indirizzata al personale addetto di non iscrivere a ruolo le cause in relazione alle quali non venga prima assolto l'obbligo del pagamento del contributo unificato si risolvono a monte importanti problemi.
In questo modo infatti, per il Governo, sono diversi e importanti i vantaggi che si ottengono:

Si ha la sostanziale possibilità di realizzare entrate più veloci per 'Erario alleggerendo il lavoro di riscossione che così si può focalizzare nell'attività di smaltimento dell'arretrato che si è accumulato negli anni che vanno dal 2015 al 2020.

Aiga: in questo modo si compromette l'accesso alla giustizia

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Con un comunicato stampa (sotto allegato) AIGA, nella persona del suo Presidente, manifesta tutto il suo sconcerto nei confronti di questa norma, che a suo dire "subordina l'accesso alla giustizia e la tutela dei cittadini ad adempimenti meramente fiscali, il cui buon esito, peraltro, dipende molto spesso da disfunzioni legate a malfunzionamento dei sistemi di pagamento resi disponibili dal Ministero della
Giustizia o da prassi dei singoli Tribunali difformi rispetto alle circolari interpretative emesse dallo stesso Ministero."
L'Associazione dei giovani avvocati confida in un ripensamento da parte del Governo sulla norma perché il diritto di difesa dei cittadini richiede piuttosto un intervento celere per risolvere l'inefficienza degli uffici giudiziari, che compromette l'accesso alla giustizia. I Consigli degli Ordini degli avvocati di Roma, Milano e Napoli, come l'Aiga, chiedono al governo di "ritirare la proposta" e ai parlamentari di "respingere l'attuale formulazione della norma".

Cnf: norma di dubbia costituzionalità

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Anche il Cnf non tarda a far sentire la sua voce sulla norma, con un comunicato stampa (sotto allegato), in cui manifesta il dubbio di costituzionalità di una norma che ha tristi finalità, ossia impedire l'accesso alla giustizia ai cittadini meno abbienti e gravare ulteriormente gli avvocati, spesso costretti ad anticipare il costo del contributo, difficile poi da recuperare. Con l'introduzione di questa regola si subordina l'accesso alla giustizia al pagamento di una somma di denaro.

Anf: le inefficienze dello Stato si fanno gravare sui cittadini

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Sulla stessa linea anche l'Associazione Nazionale Forense, il cui Segretario Giampaolo di Marco, nel comunicato stampa (sotto allegato) pubblicato sulle pagine del sito ufficiale denuncia “Il Governo mette con le spalle al muro il cittadino che intende rivolgersi alla giustizia per tutelare i propri diritti", in questo modo si fa pagare a chi vuole accedere alla giustizia l'inefficienza dello Stato.

Ocf: violazione dell'art. 24 della Costituzione

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Dall'Organismo Congressuale Forense arriva un rifiuto netto della norma così come formulata. Lo si evince dal comunicato stampa (sotto allegato), che sul punto dispone anche la convocazione dell'assemblea ordinaria dell'organismo. “Si tratta di una disposizione che, col pretesto di combattere l’evasione, si mostra punitiva non tanto verso l’avvocatura, quanto verso gli utenti i cui diritti gli Avvocati difendono col risultato che chi ha meno disponibilità economiche potrebbe rinunciare a chiedere giustizia. Un ritorno al Medioevo” afferma il coordinatore Giovanni Malinconico.
Data: 16/11/2021 06:00:00
Autore: Annamaria Villafrate