Il marito fallito paga il mantenimento alla ex?
- L'assegno di mantenimento va rivisto se il marito fallisce
- Riduzione del mantenimento per la moglie
- La Corte deve spiegare perché la moglie non può lavorare
L'assegno di mantenimento va rivisto se il marito fallisce
La Corte di Cassazione accoglie alcuni motivi del ricorso con cui un marito lamenta la mancata indicazione delle ragioni per i quali la Corte di Appello ha riconosciuto in favore della moglie un mantenimento di 1000 euro al mese e l'assegnazione della casa coniugale, senza spiegare perché la stessa non possa lavorare per mantenersi, visto che lo stesso è fallito, disoccupato e invalido. In effetti, rilevano gli Ermellini, è possibile ricorrere alla motivazione per relationem, ma è necessario indicare perchè si confermano certe decisioni del giudice di primo grado. Questo quanto emerge dall'ordinanza della Cassazione n. 40280/2021 (sotto allegata).
La vicenda processuale
Nel pronunciare la separazione tra due coniugi il Tribunale assegna alla moglie la casa coniugale, pone a carico del marito un assegno mensile per il mantenimento della figlia di 400 euro (oltre all'80% delle spese straordinarie) e in favore della moglie di 1000 euro, a cui si aggiunge la condanna al risarcimento del danno per responsabilità aggravata da lite temeraria per 12.000 euro.
Riduzione del mantenimento per la moglie
Nel ricorrere in Cassazione l'uomo solleva diversi motivi di ricorso:
- nel primo fa presente che la Corte ha omesso d'indicare le ragioni per le quali è stata valorizzata la sua capacità economica, il lavoro nell'impresa del figlio e l'assegnazione della casa coniugale in favore della ex moglie;
- in collegamento al primo motivo contesta anche le ragioni per le quali la Corte ha fatto ricorso a presunzioni per individuare la sua capacità economica, senza precisare quali sono gli indizi gravi, precisi e concordanti in base ai quali lo stesso è stato ritenuto possedere una certa capacità economica;
- contesta poi l'omessa motivazione nel provvedimento impugnato sulla inadeguatezza dei mezzi della moglie, che non reca alcun riferimento al tenore di vita goduto in costanza di matrimonio;
- lamenta il mancato raggiungimento della prova in ordine all'assenza di redditi adeguati in capo al coniuge richiedente il mantenimento, presupposto indefettibile della domanda;
- rileva la violazione del principio di corrispondenza tra chiesto e pronunciato perché il giudice non si neppure pronunciato sull'istanza con cui ha chiesto l'assegnazione della metà della casa coniugale;
- critica la mancata pronuncia sul rilevato errore del giudice di primo grado circa la non ammissione di alcune prove e contestazione della decisione di condanna per lite temeraria;
- denuncia l'omessa valutazione delle mutate condizioni economiche dopo il fallimento, del peggioramento delle sue condizioni di salute e del suo attuale stato di disoccupazione in relazione alla richiesta di riduzione dell'assegno di mantenimento in favore della moglie.
La Corte deve spiegare perché la moglie non può lavorare
La Cassazione dichiara fondati il primo e il sesto motivo, assorbiti invece tutti gli altri. Alla Corte del rinvio il compito di decidere in relazione ai motivi accolti e sulle spese del giudizio di legittimità.
Gli Ermellini rilevano, come contestato dal ricorrente, la inidoneità della motivazione fornita dalla Corte di Appello. Vero che la sentenza può essere motivata per relationem, ma il giudice del gravame deve comunque dare conto, anche in modo sintetico, delle ragioni per le quali ritiene di dover confermare le conclusioni della sentenza di primo grado.
Deve essere cassata pertanto la sentenza che, come nel caso di specie, aderisce alla pronuncia di primo grado in modo del tutto acritico, senza valutare la fondatezza dei motivi sollevati in sede di gravame. La Corte ha infatti omesso anche di spiegare le ragioni per le quali certe prove non hanno potuto trovare ingresso in sede di merito, così come non si è neppure pronunciata sull'assegnazione della casa coniugale e sulle ragioni per le quali la moglie non può trovare un'occupazione, come rilevato dal marito nel ricorso.
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Data: 27/12/2021 06:00:00Autore: Annamaria Villafrate