Esiste il diritto alla riservatezza tra genitori e figli?
Può un genitore arbitrariamente guardare le conversazioni Whatsapp del proprio figlio? Facciamo chiarezza
- Social, figli, genitori e privacy
- Cosa dicono i giudici sul controllo dei propri figli in ambito privacy?
- Il progetto europeo
Social, figli, genitori e privacy
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In un'epoca dove i social e le app di messaggistica istantanea sono il pane quotidiano di chiunque di noi, esiste ancora una privacy tra genitori e figli?
Può il figlio difendersi nel caso in cui vede il padre o la madre sbirciare le sue conversazioni?
Il tema della privacy è un tema molto in voga dall'approvazione del GDPR nel 2016. Implicitamente però lo sentivamo già nostro dall'avvento di MSN, e poi Facebook e via via tutte le altre app, tentando di nascondere le chat o nascondere cosa stavamo scrivendo e a chi.
Particolarmente complessa è indubbiamente la posizione di un genitore nei confronti di un figlio minore.
Infatti su questi ultimi ricade l'obbligo di educarli e controllarli, anche per evitare di essere coinvolti in situazioni spiacevoli, avendone loro la responsabilità su di loro.
Cosa dicono i giudici sul controllo dei propri figli in ambito privacy?
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Sul tema si sono espressi diverse volte i giudici. Di particolare rilevanza risulta essere la sentenza della Cassazione n. 19069 del 05/09/2006 che afferma il principio secondo cui alla libertà di espressione, fa da contraltare il fatto di essere soggetti deboli. E quindi, necessitando di una particolare tutela e non avendo una maturità mentale tale da poter agire con giudizio, è necessario un controllo ex ante.
Se ciò non avvenisse infatti, lo stesso genitore potrebbe essere ritenuto responsabile potrebbe infatti indicare una scarsa attenzione nei confronti della prole, con possibile responsabilità risarcitoria da parte dei genitori. La stessa giurisprudenza indica infatti il principio secondo cui "«il dovere di vigilanza dei genitori deve sostanziarsi in una limitazione sia quantitativa che qualitativa di quell'accesso, al fine di evitare che quel potente mezzo, fortemente relazionale e divulgativo, possa essere utilizzato in modo non adeguato da parte dei minori", come evidenziato dalla sentenza del tribunale di Teramo del 16/01/2012.
A conferma di quanto appena asserito, vi è la sentenza del tribunale di Parma n. 628/2020 che ha confermato sostanzialmente, l'obbligo di controllo dei genitori nei confronti dei figli, che talvolta possono anche essere particolarmente invasive.
Il progetto europeo
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Per evitare un uso distorto del web, da parte dei minori l'Europa ha lanciato il progetto DCDS-Digital Competences Development System che si è posto l'obiettivo di fornire competenze digitali alla popolazione adulta poco incline ad utilizzare queste nuove tecnologie. Per la sicurezza propria e dei minori.
Dott. Alessandro Pagliuca
Praticante Avvocato/Data Protection Officer
alessandropagliuca12@gmail.com
Data: 06/08/2022 12:00:00Autore: Alessandro Pagliuca