Body shaming: quando il corpo diventa un bersaglio
Conseguenze e profili giuridici del body shaming, un fenomeno sempre più diffuso che può integrare reato e dal quale ci si può tutelare
- Cosa si intende per body shaming
- Chi sono le vittime del body shaming
- Quando il body shaming diventa reato
Cosa si intende per body shaming
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Con il termine body shaming si indica una forma di bullismo che consiste nel deridere una persona per il suo aspetto fisico.
Il termine inglese "body shaming" letteralmente significa, infatti, far vergognare qualcuno del proprio corpo. Si tratta di una pratica molto diffusa sui social e sul web dove vengono prese di mira le persone che hanno ad esempio, un corpo troppo magro, tatuato o sovrappeso, e che, in generale, non corrispondono ai canoni estetici imposti dalla società.
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Chi sono le vittime del body shaming
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Secondo diverse ricerche la maggior parte degli episodi di body shaming avvengono nei confronti delle donne, per le quali spesso le offese vengono accompagnate da commenti sessisti.
Tra i casi più eclatanti che hanno coinvolto personaggi famosi troviamo quello di Vanessa Incontrada, messa sotto accusa per il suo peso; di Gigi Hadid, modella americana ritenuta troppo magra; di Lady Gaga, attaccata per avere un filo di pancia; di Chiara Ferragni, che ha subito commenti di cattivissimo gusto su varie parti del suo corpo; di Laura Pausini, duramente criticata per gli abiti indossati durante le serate dell'Eurovision Song Contest a Torino; della cantante Emma, che allo scorso Festival di Sanremo fu costretta a subire commenti molto sgradevoli sulle sue gambe.
In realtà il body shaming contro le donne è sistemico, ovvero capita spesso che le donne finiscano nel tritacarne mediatico non tanto per ciò che hanno detto o fatto quanto per il loro aspetto fisico.
Quando il body shaming diventa reato
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Dal punto di vista giuridico, il body shaming di per sè non costituisce reato, ma, quando si spinge oltre certi limiti, può integrare gli elementi tipici di altri reati.
Ad esempio, se le frasi denigratorie diventano costanti nel tempo, si può configurare il reato di stalking punito dall'art. 612 bis del Codice Penale.
In questo caso, infatti, si ingenera nella vittima uno stato di agitazione tale da indurla a cambiare le proprie abitudini di vita pur di non incontrare la persona che la insulta.
Se, invece, la vittima viene offesa pubblicamente, il body shaming può integrare il reato di diffamazione di cui all'art. 595 del Codice Penale.
Nei casi più gravi, il body shaming può addirittura integrare il reato di istigazione o aiuto al suicidio disciplinato dall'art. 580 del Codice Penale.
Quando il body shaming assume le forme del cyberbullismo, ci si può tutelare utilizzando gli strumenti che mette a disposizione la Legge n. 71 del 29/05/2017, quali ad esempio l' oscuramento del sito internet o il reclamo al Garante per la Privacy.
Tuttavia, anche quando la condotta denigratoria non integra gli elementi tipici di un reato, le conseguenze psicologiche del body shaming possono essere molto gravi causando nella vittima l'insorgenza di disturbi alimentari, ansia e depressione o, comunque, un disagio psicologico tale da compromettere la qualità della vita quotidiana.
Avv.ta Francesca della Ratta
francescadellara@gmail.com
Autore: Francesca Della Ratta