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Asta della prima casa bloccata a tre giorni dalla vendita

Il decreto del tribunale di Bergamo sospende la procedura esecutiva ritenendo la proposta di piano di ristrutturazione dei debiti ammissibile


Legge salvasuicidi

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Trattiamo spesso questo tema, un tema molto attuale quello delle case all'asta, le residenze di molte famiglie italiane che non riescono più a pagare il mutuo, soprattutto all'indomani della crisi economica determinata dalla grave pandemia, e perdono purtroppo per questo, la loro abitazione.

In sostanza parliamo di storie comuni.

Molto italiani purtroppo, a causa del Covid, hanno perso il lavoro, molte aziende non hanno più riaperto l'attività dopo il lockdown, e le conseguenze della grave crisi economica è nota a tutti e sotto gli occhi di tutti.

Oggi, tuttavia, viene offerto agli italiani uno strumento molto utile per cercare di uscire dalla crisi, invero uno strumento presente nel nostro ordinamento sin dal 2012, la legge nota a tutti come legge salvasuicidi. che, nonostante l'entrata in vigore del nuovo codice della crisi di impresa, è rimasta pressochè immutata per i consumatori.

Una legge prevista e studiata per offrire la possibilità ai consumatori, ed a tutti i soggetti non fallibili, di accedere ad una procedura di esdebitazione che permette di evitare l'esposizione dei soggetti sovraindebitati a fenomeni di usura ed estorsione, e garantire loro, in questo modo, il recupero di una serenità economica e di una vita dignitosa, facendo fronte ai debiti secondo le proprie possibilità economiche, senza doversi muovere, a tempo indefinito, in ambito "sommerso", e magari riuscendo anche a salvare la propria casa.

Falcidia dei debiti

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In questo quadro, si innesta la vicenda di due coniugi che hanno visto sospendere la vendita all'asta grazie al decreto del giudice Magrì (sotto allegato).

L'asta della prima ed unica casa della coppia era stata già bloccata nel 2020, grazie al provvedimento del Giudice dell'esecuzione, dott.ssa Gelato, che aveva applicato la sospensione prevista nel decreto 124/2019, e richiesta dalla scrivente avvocato, grazie al fondo salva casa previsto nel provvedimento stesso.

Tuttavia, quella era solo una soluzione provvisoria per tentare di salvare l'abitazione e non certamente la soluzione definitiva.

Contemporaneamente all'istanza di sospensione era stata avviata anche una procedura di gestione della crisi del consumatore.

Medio tempore inoltre, nella vicenda, era intervenuta la sospensione Covid delle aste di tutte le prima case degli italiani, così l'asta dell'abitazione della coppia era rimasta bloccata per anni.

Nel 2022, tutte le procedure esecutive sospese venivano riavviate, ma fortunatamente, in favore dei coniugi, era già stata avviata una procedura di ristrutturazione del debito, secondo il dettato della nuova normativa, prevedendo un piano di pagamento dei debiti in 6 anni, con notevole falcidia degli stessi, cercando di salvare anche l'abitazione.

Nello specifico, i coniugi avevano accumulato, negli anni, debiti per un totale di 350.000 euro, composti in prevalenza dal mutuo ipotecario per l'acquisto della prima casa, nonchè da finanziamenti successivamente richiesti in conseguenza della perdita del lavoro del pater familias per cercare di sopravvivere, e per diverse garanzie concesse in favore di terzi.

Chiaramente la banca che aveva concesso il mutuo per l'acquisto della prima casa, nel 2012, a fronte dei mancati pagamenti dei mutuatari, aveva avviato la procedura esecutiva. L'immobile era stato venduto in asta diverse volte, ma fortunatamente non era mai seguito il saldo del prezzo da parte dei diversi aggiudicatari.

Piano di ristrutturazione dei debiti

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Oggi i coniugi, a fronte di 350mila euro di debiti accumulati negli anni, dopo aver chiuso diverse posizioni con trattative di saldo e stralcio andate a buon fine con il pagamento solo del 4% del debito richiesto, salderanno il residuo debito pagando solo 80mila euro in sei anni, salvando la loro abitazione.

Nel piano di ristrutturazione dei debiti, sottoposto al Giudice designato nella procedura di sovraindebitamento presso il Tribunale di Bergamo, è stata prevista la soddisfazione del 37% circa del credito ipotecario ed una percentuale pari all'1,60% dei debito residuo in favore dei creditori chirografari.

Altra peculiarità di questa procedura sta nel fatto che, tra le somme messe a disposizione dei creditori, sono state recuperate quelle accantonate nella procedura esecutiva, dopo le ripetute aggiudicazioni di asta non portate a termine (tre aggiudicazioni con precisione), per un totale di circa 20mila euro.

Il Giudice designato presso il Tribunale di Bergamo, dott.ssa Maria Magrì, ritenendo la proposta di piano ammissibile, nel decreto in parola ha disposto la sospensione della procedura esecutiva fino alla conclusione del procedimento di omologazione del piano, atteso che: "la prosecuzione della procedura esecutiva immobiliare e la vendita dell'immobile, privando i ricorrenti della propria casa di abitazione, arrecherebbe nocumento al loro patrimonio, posto che li obbligherebbe a utilizzare parte dei propri redditi per usufruire di altra soluzione abitativa, così sottraendo risorse ai creditori, che verranno soddisfatti mediante rate mensili derivanti dal reddito".

Data: 21/01/2023 11:00:00
Autore: Floriana Baldino