Sharenting: gravi rischi per i minori
- Addio foto dei figli sui social?
- Cos'è lo sharenting
- I pregiudizi ai figli
- I suggerimenti per limitare i danni
Addio foto dei figli sui social?
Cos'è lo sharenting
La gioia di un momento da condividere, pubblicando l'immagine dei propri figli, è un'emozione comprensibile, ma allo stesso tempo è necessario chiedersi se ci sono rischi nell'eccessiva e costante sovraesposizione online, scrive il Garante, che da tempo ha posto l'attenzione sullo sharenting soprattutto "per i rischi che comporta sull'identità digitale del minore e quindi sulla corretta formazione della sua personalità". Inoltre, "la diffusione non condivisa di immagini rischia inoltre di creare tensioni anche importanti nel rapporto tra genitori e figli".
I pregiudizi ai figli
È dunque necessario che i "grandi" siano consapevoli dei pregiudizi cui sottopongono i minori con l'esposizione in rete (e quindi tendenzialmente per sempre) delle foto dei figli, anche in termini di utilizzo delle immagini a fini pedopornografici, ritorsivi o comunque impropri da parte di terzi.
Per questo, già dalla Relazione annuale 2021, l'Autorità "ha proposto di estendere a questi casi la particolare tutela assicurata dal Garante sul terreno del cyberbullismo".
Si deve riflettere, infatti, sul fatto che "postare foto e video di diversi momenti della vita dei minori, magari accompagnati da informazioni tra cui l'indicazione del nome o l'età o il luogo in cui è stato ripreso, contribuisce a definire l'immagine e la reputazione online".
Ciò che viene pubblicato online o condiviso nelle chat "rischia di non essere più nel nostro controllo e questo vale maggiormente nel caso dei minori. Quando qualcosa appare su uno schermo, non solo può essere catturato e riutilizzato a nostra insaputa da chiunque per scopi impropri o per attività illecite, ma contiene più informazioni di quanto pensiamo, come ad esempio i dati di geolocalizzazione".
Per di più, si chiede il Garante, "i nostri figli in futuro potrebbero non essere contenti di ritrovare loro immagini a disposizione di tutti o non essere d'accordo con l'immagine di sé stessi che gli stiamo costruendo. È bene essere consapevoli che stiamo fornendo dettagli sulla loro vita e che potrebbero anche influenzare la loro personalità e la loro dimensione relazionale in futuro".
I suggerimenti per limitare i danni
Per chi proprio non può fare a meno di pubblicare immagini dei propri figli, il Garante fornisce una serie di suggerimenti ed accortezze per cercare di "limitare i danni":
- rendere irriconoscibile il viso del minore (ad esempio, utilizzando programmi di grafica per "pixellare" i volti, disponibili anche gratuitamente online);
- coprire semplicemente i volti con una "faccina" emoticon;
- limitare le impostazioni di visibilità delle immagini sui social network solo alle persone che si conoscono o che siano affidabili e non le condividano senza permesso nel caso di invio su programma di messaggistica istantanea;
- evitare la creazione di un account social dedicato al minore;
- leggere e comprendere le informative sulla privacy dei social network su cui carichiamo le fotografie.
Autore: Marina Crisafi