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L'avvocato non può trattenere le somme spettanti al cliente

Per il CNF viola il dovere di puntualità e diligenza, l'avvocato che trattiene le somme spettanti al cliente oltre il tempo strettamente necessario


Illecito trattenere le somme spettanti al cliente

L'avvocato è tenuto a mettere immediatamente a disposizione della parte assistita le somme riscosse per conto di questa e di rendergliene conto (art. 31 cdf, già 44 codice previgente). Vìola il dovere di puntualità e diligenza nella gestione del denaro altrui (art. 31 cdf), l'avvocato che trattiene, oltre il tempo strettamente necessario, le somme spettanti al cliente. E' quanto ha ribadito il Consiglio Nazionale Forense nella sentenza n. 121/2023 (sotto allegata).

Si tratta, spiega il CNF, di un illecito deontologico, che "prescinde dalla sussistenza o meno di eventuali rilievi della condotta stessa dal punto di vista penalistico (appropriazione indebita) o civilistico (compensazione), posto che l'ordinamento forense, solo in minima parte influenzato dagli altri, ha nella propria autonomia meccanismi diversi per valutare il disvalore attribuito alla condotta e la sua gravità. Infatti, le ragioni e i principi che presiedono al procedimento disciplinare hanno ontologia diversa rispetto a quelli che attengono al governo dei diritti soggettivi, riguardando la condotta del professionista quale delineata attraverso l'elaborazione del codice deontologico forense e quale risultante dal dovere di correttezza e lealtà che deve informare il comportamento dello stesso; diversi sono i presupposti e le finalità che sottendono all'esercizio disciplinare e che con il provvedimento amministrativo si perseguono; diversa è l'esigenza di moralità che è tutelata nell'ambito professionale".

L'illiceità disciplinare del comportamento posto in essere dal professionista deve, pertanto, essere valutata solo in relazione alla sua idoneità a ledere la dignità e il decoro professionale, a nulla rilevando l'eventualità che tali comportamenti non siano configurabili anche come illeciti civili o penali.

Infine, puntualizza il Consiglio, la procura all'incasso concessa all'avvocato, "di per sè non comprende né giustifica il trattenimento delle somme stesse, che il professionista ha invece l'obbligo di mettere tempestivamente a disposizione dell'assistito rendendogliene altresì conto".

Data: 12/09/2023 11:00:00
Autore: Redazione