BCE, inflazione e Moneta Fiscale

Stefano Sylos Labini del Gruppo 'Moneta Fiscale' torna sulle pagine virtuali di Law In Action con un articolo sulle ricadute dell'inflazione e su come dovrebbe agire la BCE.
Buona lettura!
BCE, inflazione e Moneta Fiscale
Stefano Sylos Labini*
La crescita dei prezzi dell'energia e la guerra dei dazi alimenteranno delle spinte inflazionistiche e freneranno la crescita dell'economia nel prossimo futuro.
Nel parlamento europeo è opinione comune che la Banca Centrale Europea abbia sbagliato la sua valutazione secondo cui l'inflazione avrebbe dovuto essere solo transitoria. Lo hanno affermato gli eurodeputati in una risoluzione non legislativa adottata con 378 voti a favore, 233 contrari e 26 astensioni dopo il dibattito con il presidente della BCE Christine Lagarde dell'11 febbraio scorso. I deputati europei hanno chiesto poi alla BCE di fare di più per arginare l'inflazione, che colpisce soprattutto le fasce vulnerabili della società.
Il problema è che se i conflitti si prolungano nel tempo ese non riprendiamo ad acquistare il gas a basso costo dalla Federazione Russa, l'energia sarà sempre più cara el'inflazione continuerà a mordere.
Per contrastare l'inflazione energetica non dobbiamoaumentare i tassi di interesse ma è necessario abbattere il carico fiscale sul gas, petrolio e elettricità. Una tale strategia ridurrà le entrate dello Stato e di conseguenza la BCE dovrebbe praticare una politica monetaria nettamente espansiva per sostenere i bilanci pubblici. L'esatto contrario di ciò che è stato fatto nel 2022 quando la guerra in Ucraina ha fatto impennare i prezzi dell'energia e la BCE ha innalzato il costo del denaro col risultato di mettere in ginocchio le famiglie e le piccole e medie imprese e di consentire alle banche di fare profitti enormi.
Inoltre c'è da domandarsi perché nessun politico dell'eurozona non ha mai riportato all'attenzione il "Manifesto contro la disoccupazione nell'Unione europea" che fu lanciato da Franco Modigliani nel 1998 con un gruppo di economisti di fama internazionale tra cui il compianto Jean-Paul Fitoussi.
Nel Manifesto era scritto: "se l'Europa intende davvero giungere a una rapida riduzione della disoccupazione, è necessario dare alla normativa che definisce il ruolo della Banca Centrale un'interpretazione più ampia e costruttiva di quella oggi largamente condivisa. Secondo tale interpretazione, la Banca ha un solo obiettivo ovvero la lotta all'inflazione. Noi sollecitiamo un ampliamento radicale di questa interpretazione, che al pari della normativa relativa alla Federal Reserve, comprenda almeno un altro obiettivo al quale attribuire lo stesso rilievo: tenere la disoccupazione sotto controllo. Siamo convinti che la Banca possa svolgere tale compito senza rinunciare al proprio impegno sul fronte dell'inflazione".
Purtroppo questa Unione monetaria non sembra in grado di fare dei passi nella direzione giusta. Il debito comune per finanziare investimenti pubblici a livello europeo proposto da Mario Draghi incontra resistenze enormi da parte dei paesi nordici capeggiati dalla Germania. Lo stesso Draghi ha ridimensionato i suoi propositi sostenendo che prima bisogna fare un mercato unico dei capitali e poi si potrà pensare all'emissione di titoli di debito comune. Non possiamo aspettare decenni prima di conseguire questo obiettivo mentre il nuovo Patto di Stabilità impedisce qualsiasi capacità di manovra.
In questo quadro l'emissione di crediti fiscali trasferibili non rimborsabili in denaro ma utilizzabili esclusivamente per pagare meno tasse rappresenta lo strumento più rapido ed efficace che abbiamo a disposizione. Questo strumento deve essere sfruttato non solo per finanziare gli investimenti nell'edilizia ma anche quelli nell'industria e nella produzione di tecnologie per le energie rinnovabili e per finanziare la domanda di beni consumo prodotti sul territorio nazionale. Si tratta di far circolare crediti fiscali frazionabili al centesimo di euro in forma digitale, caricabili su carte elettroniche per comprare beni e servizi oppure per scambiarli contro euro a sconto. Ogni anno lo Stato italiano raccoglie circa 900 miliardi di euro tra entrate tributarie e contributi previdenziali, dimostrando l'ampia capacità di assorbimento del mercato degli sconti fiscali.
La Moneta Fiscale può sostenere la domanda interna in una situazione in cui le spinte protezionistiche stanno penalizzando le esportazioni, la crescita dei prezzi dell'energia alimenta l'inflazione e i vincoli europeiimpediscono di attuare una politica di bilancio espansiva.
*Gruppo Moneta Fiscale
Data: 27/02/2025 08:00:00Autore: Law In Action - di P. Storani