Con la sentenza 15447/2011 la Corte di Cassazione ha stabilito che i mass-media possono "attaccare" il potere giudiziario. La sentenza della Corte di cassazione si affianca ad alcune recenti pronunce della Corte Europea dei Diritti dell'uomo, la quale ha definito i mass-media i "cani da guardia" della democrazia e delle istituzioni. L'occasione del pronunciamento della Corte è stato il ricorso proposto dall'ex parlamentare Tiziana Maiolo che, durante un comizio, aveva attaccato duramente la Procura di Palermo definendola una "associazione a delinquere di stampo mafioso". Il ricorso della Maiolo è stato rigettato, in quanto, secondo la Corte, il diritto di critica, sostenuto dalla difesa come scriminante per il reato contestato alla Maiolo, non poteva essere invocato nel caso specie. All'esito del procedimento, in ogni caso, il reato di diffamazione è caduto in prescrizione e, seppur sia stato confermato il risarcimento del danno in favore di Caselli (all'epoca a capo della Procura di Palermo) la Corte ha colto l'occasione per "ricordare" il ruolo insostituibile che svolgono i mass media nella società. In particolare la Cassazione ha precisato che "il ruolo fondamentale nel dibattito democratico svolto dalla libertà di stampa non consente di escludere che essa si esplichi in attacchi al potere giudiziario". Essi costituiscono - continua la Corte - "il mezzo principale diretto a garantire un controllo appropriato sul corretto operato dei giudici". Anzi, "la critica e cronaca giornalistica volte a tenere o a ricondurre il giudice nell'alveo suo proprio vadano non solo giustificate ma propiziate".
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