POSTA e RISPOSTA n°58 ospita ben volentieri BENAFA che dà il proprio contributo alla causa - reversibilità con le seguenti, amarissime considerazioni: "Trovo veramente ingiusto decurtare e non aggiornare, all'indice del costo della vita, la pensione di reversibilità alla vedova che lavora. Ai fini della reversibilità, viene considerato esclusivamente il fatto che la vedova lavori e non il livello del suo reddito (che troverei più giusto). Quindi la pensione erogata non solo non viene aggiornata al costo della vita ma è sottoposta alla decurtazione per effetto dell'incremento delle addizionali regionali e comunali. Faccio un esempio vero: Lire 500.000 mensili del 1993 equivalenti ad euro 258,22 dell'epoca; dopo 18 anni, invece di essere rivalutati al costo della vita che sarebbero diventati, al 2010, euro 404,17, sono stati decurtati per effetto delle sole imposte regionali e comunali e sono diventati euro 236,28 !!!. Mi sembra che più di una ingiustizia sia una vera ruberìa legalizzata" - Ho perso le parole (volutamente ispirato a Luciano LIGABUE).
Scrivi all'Avv. Paolo Storani
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Civilista e penalista, dedito in particolare
alla materia della responsabilità civile
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