Con la sentenza n. 13483 depositata il 20 giugno, la Corte di Cassazione si è occupata dei contratti di locazione relativi alla seconda casa. I giudici della terza sezione civile del Palazzaccio hanno stabilito in particolare che la locazione per abitazione ad uso di seconda casa, siccome caratterizzata dalla protratta permanenza del conduttore per cospicui periodi dell'anno e anzi dalla tendenziale fruizione dell'immobile secondo le disponibilità del tempo libero del conduttore senza uno schema prefissato, è finalizzata a soddisfare esigenze abitative certamente complementari, ma di rango uguale a quelle della prima casa, in quanto relative al tempo libero e quindi al soddisfacimento di interessi e passioni dell'individuo e quindi funzionali al pieno sviluppo della sua personalità. I giudici hanno infatti spiegato in circa cinque pagine di motivazione che "la legge 431/98 mira con tutta evidenza - per ragioni sistematiche e letterali, desumibili dal carattere tendenzialmente esaustivo della sua regolamentazione del settore, se non pure dai lavori preparatori e dal contesto normativo che essa è venuta a modificare - a regolamentare nella sua interezza il settore delle locazioni abitative per la sua attinenza con il bisogno primario della disponibilità di un alloggio, indispensabile per la stessa estrinsecazione della persona umana: essa, pertanto, esaurisce la disciplina di qualsiasi contratto avente ad oggetto la concessione continuativa di un immobile da destinarsi ad abitazione e le sole eccezioni sono quelle da essa stessa previste".
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