Alle ore 21:23 del 19 ago '11 l'Avv. Roberto BETTI di Roma invia a Studio Cataldi la seguente, articolata e pepata considerazione in merito alla mia news del 19 ago '11 sulla limitazione alla tenuta in casa di cani (caso-Pollenza): "Caro Paolo, ...devo esprimerti il mio sconcerto nell'apprendere che tu appartieni alla corrente di pensiero che considera noi uomini dei veri e propri intrusi nella "NATURA", mi lusingo di credere (forse un po' ottimisticamente) non sia pensata coi criteri panteistici dei quali il meraviglioso - unico, inimitabile - UOMO ha fatto giustizia da quasi tre secoli. E consentimi anche di rilevare, A PROPOSITO DI TERRITORI, che i danni al bestiame vengono arrecati nel TERRITORIO DEL BESTIAME E NON IN QUELLO DEL LUPO! Ma ci vogliamo rendere conto di quanto sia sciocco questo "verdismo" d'accatto che fa leva su lo spettacolo di quattro (ancora) graziosi lupacchiotti che ruzzano? Questo "verdismo" insensato che si oppone "a prescindere" a QUALSIASI costruzione, in QUALSIASI parte del territorio, dimenticando (se pure mai è stato saputo) che l'UOMO - signore indiscutibile dell'universo, dotato - lui solo - dell'intelletto, ha IL SACROSANTO DIRITTO di avere un tetto sopra la testa e di averlo pei suoi figli, nipoti etc. e soltanto il dovere etico di non FAR SOFFRIRE INUTILMENTE gli animali CHE NON HANNO DIRITTI PROPRI? Come è possibile equiparare l'UOMO e la bestia? Scusa l'irruenza, che mi sai inconsueta, ma proprio non riesco a deglutire l'idea-rospo che io - stessa "razza" di Leonardo, di Raffaello, di Einstein e via così fino all'ultimo degli Hackers telematici - IO CHE SO RIDERE, debba sentirmi titolare degli stessi diritti del mio gatto o del mio cagnolino (ai quali pure ho sempre riservato un trattamento assai "illuminato"?" - Al solito, grazie tante Roberto per il contributo apportato, che -ovviamente- non condivido in vari passi, ma voglio lasciarTi l'ultima parola dal momento che io ho avuto la prima e sei Persona che stimo molto e rifletterò nei prossimi giorni sulle Tue parole, anche se voglio sin da subito ricordarTi una frase di Leonardo da Vinci: «verrà il giorno che sarà giudicato delitto uccidere un animale come ora uccidere un uomo». Per me è esattamente così. Ed a proposito dell'HABITAT rimando a quanto ha mirabilmente esposto, con accenti lirici, lo scrittore Ferdinando CAMON su "La Stampa" in edicola il 20 ago '11: "Il bosco, dentro il quale vivano anche specie animali inconciliate con noi, è più naturale e più vitale, perché amplia il concetto di vita e di natura. Anche gli animali hanno un progetto di vita e mirano a realizzarlo. Anzitutto, cercano ciò che gli fa piacere ed evitano ciò che gli dà dolore. In secondo luogo, mirano a riprodursi. Se un'altra specie vivente si attribuisce il DIRITTO di STRONCARE questi progetti, stabilisce di fatto una graduatoria fra le specie, non molto diversa dalla graduatoria fra le razze, di recente memoria. Non sarà razzismo, ma è SPECISMO. Le specie diverse hanno habitat diversi. Penetrando nei boschi dove vivono orsi e lupi, l'uomo va ad occupare gli habitat altrui, perché tende a fare di tutta la Terra il suo habitat esclusivo. Una Terra dove l'uomo comandi su tutto e non abbia paura di niente è meno naturale di una Terra nella quale l'uomo conosca la paura. Naturalmente vale anche il contrario: una Terra dove l'orso invade il tuo territorio perché non ha paura di te (succede in Abruzzo, dove intorno ad alcuni villaggi si avvistano «orsi confidenti», che cercano il contatto con l'uomo). A ognuno il suo habitat." - A Voi il form per altri pensieri sparsi con un RINGRAZIAMENTO a Voi, lettori appassionati, che amate scrivere a Studio Cataldi e discutere animatamente con l'augurio che quel pizzico di delusione che promana dal non essere sempre pubblicati possa trasformarsi in energia positiva per una nuova lettera: sempre con l'impegno assunto con Voi che ogni Vostro scritto viene letto e preso in esame, a prescindere dal fatto che poi sfoci in un risalto sulla testata online. Ad multos annos!
Scrivi all'Avv. Paolo Storani
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Civilista e penalista, dedito in particolare
alla materia della responsabilità civile
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