INDULTO deriva da 'indulgere', verbo latino di cui è participio passato, che equivale a 'mitigare', 'concedere', 'mostrarsi condiscendente'. Il prestito latino deriva in realtà da una radice greca 'dolichos' che vuol dire 'lungo' e verosimilmente dal sanscrito 'dirgha', mentre altri studiosi lo ricollegano ad un antichissimo 'ind-alg' che significa 'raffreddarsi', forse 'scemare', effettuare una remissione totale o parziale. Nelle parole c'è la vita dentro! POSTA e RISPOSTA n°121 è dedicato ad uno dei temi che dominano nelle discussioni dei lettori di Studio Cataldi ed è esemplificato dalla chiara sintesi dell'Avv. Maria Teresa MORINI del Foro di Venezia; così l'Egregia Collega con studio in Mestre mi scrive alle h.18:08 del 17 set '11: "Caro Storani, mi permetto di dissentire dall'opinione del dr. Lomi. 1) L'indulto ultimo, che come noto non ha riguardato i reati più gravi o pericolosi per la collettività, ha toccato moltissimi soggetti che non necessariamente erano in carcere. Es. tutti quelli che, ad es., erano sub iudice di impugnazione e nei gradi precedenti si erano visti concessi la sospensione condizionale della pena. 2) Sono contrarissima a cavigliere o bracciali elettronici, certamente umilianti per coloro che, in attesa di giudizio, siano anche innocenti. E' la Giustizia che deve funzionare e non scaricare i ritardi sul soggetto che vi è sottoposto! E' un'ottica completamente diversa da quella proposta dal dott. Lomi. C'è molto da dire poi in merito all'indulto e all'amnistia come insulto per le vittime dei reati. Certamente lo è se a questi benefici lo Stato ricorre per far fronte alla propria incapacità di porre in essere i processi. Ricordiamoci però che la nostra tradizione penalistica non è puntata sulla vittima (so che sto dicendo una cosa difficile da capire per chi non è addetto ai lavori, ma è cosi) ma sull'imputato, sul condannato, sul detenuto. Non discuto sul fatto che il nostro 'privato sentire' possa essere eticamente orientato in un altro modo, ma per il codice di procedura penale è così. Cordiali saluti M. Teresa Morini." - L'Avv. MORINI prende spunto dal pensiero espresso dal medico-legale Dott. Andrea LOMI di Genova che ho pubblicato nel P&R n°113 del 16 set '11. Ma l'altro tema che predomina è quello dell'indecenza della politica. Il 25 ago '11 alle h.14:10 sempre l'Avv. MORINI ha indirizzato alla rubrica il seguente post in relazione ad un intervento del visitatore LUCA TAGLIETTI: "Se la Casta esiste è perchè noi cittadini lo permettiamo", questa frase di Luca Taglietti mi ha colpito e si innesta in un mio ragionamento che da tempo sto in me rimuginando. Circa 15 anni di governo che ha esaltato al massimo una concezione liberista della politica e della economia, ritenendo sempre come mero intralcio (vi ricordate la frase di Berlusconi 'Con questa Costituzione non si può governare'?) qualsiasi impellenza sociale che riguardasse una migliore gestione della scuola, della giustizia, della sanità, dell'occupazione (intese in favore del popolo italiano) hanno fortemente minato, a mio parere, anche il modo di pensare, di essere, il senso etico di noi cittadini. Verosimilmente, anche se ci lamentiamo, siamo anche noi cambiati, in questi 15-20 anni, abituati ad una politica senza storia e senza etica, spesso rappresentata da personaggi privi di alcun spessore, buttatisi all'arrembaggio del parlamento. Ma le avete lette certe leggi, quanto male sono scritte sia nei concetti che nei propositi? Ma lo vedete che il Governo ha eroso a colpi di decretazione, il Potere Legislativo? Lo smarrimento attuale in cui versa la sinistra italiana, trascinata per mesi più dietro ai personali ...problemi di Berlusconi che non tenace nella contestazione parola per parola, pietra su pietra, dell'operato governativo, non rappresenta al momento alcuna concreta alternativa. Mio personale pensiero. E ciò perche nemmeno i valori etici di cui la Costituzione italiana è voce, contrapponibili al deserto attuale sono in questi anni stati valorizzati e attualizzati. . La gente ora esplode, dice che non ne può più di vantaggi, privilegi, spese folli e comincia a 'sparare a zero' (c'è persino chi in certi blog ricomincia con il gridare a gran voce alla tassazione delle lucciole, vecchio e banale argomento). Esplode perchè la vita è più cara e ci sono meno certezze, sempre meno, ma non ho ancora sentito dire: non vogliamo più certi personaggi al potere perchè non fanno crescere l'Italia nelle sue risorse umane ed intellettuali." GIACOMO SIVO alle h.11:30 del 12 set '11 ci scrive quanto segue: "I detenuti sono persone civili, quindi bisogna trattarli da persone come tutti gli altri. Si faccia tutto quello che si deve". - In effetti, caro Giacomo, quando si viene in contatto con un recluso perde di significato il reato che questi ha (eventualmente) commesso. E' una sensazione che varie persone mi hanno esternato. Si tratta di un essere umano che subisce la perdita della libertà personale. Roba grossa. Se vuoi fare una doccia, devi chiedere il permesso, spesso si è in gabbia come polli in batteria, in estate il caldo è atroce. Il form è a completa disposizione per ospitare nuovi contributi su tale importante problematica.
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Civilista e penalista, dedito in particolare
alla materia della responsabilità civile
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