In tema di reati contro la persona, la Corte di Cassazione ha stabilito che rischia una condanna per violenza sessuale continuata il partner che costringe con la forza la compagna ad avere rapporti sessuali spinti. Se l'uomo continua con le richieste, la donna è vittima di uno stupro. Non ci sono dubbi. È questo il contenuto della sentenza n. 36073 depositata il 5 ottobre 2011 con cui la quarta sezione penale del Palazzaccio ha condannato un uomo a quattro anni di reclusione e al pagamento di 25 mila euro a titolo di risarcimento del danno in favore della donna per violenza sessuale continuata. In particolare, la Corte ha confermato la condanna del giudice di merito che, ricostruendo la vicenda, aveva evidenziato come la donna, se in un primo momento aveva prestato il suo consenso a rapporto sessuali "tradizionali", tanto che avevano avuto anche un figlio, lo aveva negato quando l'uomo le aveva fatto richieste di sesso spinto, forzandola quindi a praticarlo contro la sua volontà. Rigettando il ricorso del convivente condannato a risarcire un danno di 25 mila euro, la Cassazione ha spiegato che la donna "era stata pienamente capace di distinguere tra rapporti consentiti e non consentiti e tra rapporti normali rispetto ai quali non era stata dedotta violenza ma soltanto un'accettazione controvoglia, e rapporti anali o orali che la donna aveva dichiarato di essere stata costretta a subire contro la sua manifesta volontà e con la forza in almeno quattro occasioni a decorrere dal 3 settembre del 2005".
Testo della sentenza n. 36073/2011
Testo della sentenza n. 36073/2011
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