E' nulla sentenza che il giudice estensore ha scritto di proprio pugno se la sua grafia risulta assolutamente incomprensibile. È quanto afferma la seconda sezione penale della corte di Cassazione (sentenza numero 39327/2011) specificando però che si debba al contrario escludere "ogni ipotesi di invalidità qualora la grafia sia soltanto di non agevole lettura ovvero comporti una mera difficoltà di comprensione di alcune parole, atteso che in tali casi la sentenza non può ritenersi priva di uno dei requisiti di validità per essa stabiliti". Quanto alla valutazione sulla asserita illeggibilità del provvedimento questa deve essere valutata di volta in volta per stabilire se effettivamente la incomprensione anche parziale del testo violi il diritto alla difesa dell'imputato. Nel caso preso d'esame dei giudici di piazza Cavour un tribunale del riesame pur rilevando che un'ordinanza risultava effettivamente scritta in maniera poco chiara, l'aveva poi ritenuta, comunque, decifrabile rilevando come lo stesso difensore abbia dato atto di averla, pur con difficoltà, compresa nei suoi tratti essenziali, contestandola nel merito.
Scarica il testo della sentenza 39327/2011
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