La Cassazione di Cassazione ha stabilito che il medico che commette errori irreparabili può essere sospeso dalla professione sanitaria anche se non è stato ancora celebrato il processo penale a suo carico. È quanto afferma la quarta sezione penale della corte (sentenza 42588/2011) che ha deciso di applicare una linea dura occupandosi di un caso di responsabilità medica con esiti mortali. La vicenda riguarda una donna sottoposta a laparoscopia "in presenza di circostanze che suggerivano l'adozione di altre tecniche chirurgiche". Nel caso esaminato dalla Corte il professionista aveva eseguito l'operazione in modo "gravemente non corretto" ed ha determinato alla paziente diverse lesioni alla vescica e all'intestino. Come si legge nella sentenza, il medico "non si preoccupava di trattare le lesioni iatrogene, nonostante nel corso dell'intervento si fosse reso conto dell'accaduto" e, come se non bastasse, "non diagnosticava, neppure giorni dopo l'intervento, le ragioni del quadro gravemente precario delle condizioni di salute della donna", che alla fine perdeva la vita. Immediatamente veniva avviato procedimento penale con l'accusa di omicidio colposo. In sede di riesame si riteneva di non dover applicare la sospensione temporanea dall'esercizio della professione medica in attesa del processo. Tale decisione veniva motivata per il fatto che il medico non aveva precedenti per fatti analoghi. La procura ricorreva in Cassazione facendo notare che il ginecologo indagato "era incorso in gravissima negligenza e imperizia" nello svolgimento dell'operazione e che ciò poteva configurare anche l'ipotesi di "omicidio volontario sotto l'aspetto del dolo eventuale". Piazza Cavour ha dato ragione alla procura ritenendo quindi applicabile la sospensione dall'esercizio della professione.
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