Vanno concessi gli arresti domiciliari o il ricovero in strutture idonee diverse da carcere, ai detenuti che manifestano gravi patologie. Lo ha stabilito la Corte di Cassazione pronunciandosi sul ricorso di un detenuto affetto da un'infezione cronica alle vie urinarie. L'uomo si era visto negare più volte la possibilità di sostituire la custodia in carcere con quella domiciliare ma, quando la situazione si è aggravata aveva finalmente ottenuto quanto richiesto. A quel punto, rileva la corte, non c'era più interesse alla discussione del ricorso in Cassazione ma i giudici della quarta sezione penale (sentenza 46479/2011), hanno fatto comunque notare che "il diritto alla salute va tutelato anche al di sopra delle esigenze di sicurezza sicche', in presenza di gravi patologie, si impone la sottoposizione al regime degli arresti domiciliari o comunque il ricovero in idonee strutture". Secondo i supremi giudici erroneamente il Tribunale della libertà aveva negato la possibilità di domiciliari al detenuto ed ha fatto notare che l'ordinanza "si pone in contrasto con la disciplina legale avendo trascurato l'impossibilita' di eseguire in ambito penitenziario la tac con contrasto, la scintigrafia e l'ecografia renale. Tale incompleta capacita' di fronteggiare la situazione da parte della struttura penitenziaria avrebbe imposto l'accoglimento della richiesta".
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