Non è mai facile la scelta di un nome per un figlio, e in questi ultimi tempi un numero sempre più ampio di mamme e papà si rivolgono al motore di ricerca Google per risolvere la questione: ma a quanto pare, a volte capita che anche quando la scelta è compiuta, è il tribunale a mettere ai genitori i bastoni fra le ruote non approvando il nome del nascituro. È il caso di una bambina con nazionalità italiana ma residente in Francia: i genitori, emigranti italiani residenti in Oltralpe, avevano scelto per lei alla nascita, nel 2006 il nome Andrèe, registrato poi come Andrea all'anagrafe italiana, ma il Tribunale Civile di Mantova, a distanza di anni, non lo ha ritenuto adatto al suo sesso. È stato nello specifico un ufficiale di stato civile del comune di Castiglione delle Stiviere ad accorgersi e a segnalare al giudice l'anomalia, dato che il nome deve identificare chiaramente la sessualità dell'individuo e che il nome Andrea, uno dei più utilizzati anche in questo appena concluso 2011, deriva dal greco "aner", termine che indica caratteristiche di virilità tipicamente maschili. Il giudice non ha accolto peraltro neppure il suggerimento del pubblico ministero, che aveva proposto una lieve modifica anteponendo il nome femminine Giulia ad Andrea, con il risultato che la piccola Andrèe rimarrà tale a prescindere dal paese in cui si troverà o vivrà, sia esso Francia o Italia.
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