Una tirata di orecchie per i papà ritardatari arriva dalla Corte di Cassazione che ricorda: i figli non sono pacchi in balia dei capricci o di altre finalità dei genitori. Prima di tutto, spiegano gli Ermellini, bisogna tenere in considerazione l'interesse morale e materiale dei minori che sono soggetti di diritti e non meri oggetti di finalita' perseguite dai coniugi. In questo modo la Sesta sezione della Corte ha annullato una doppia condanna (per mancata esecuzione dolosa di un provvedimento del giudice) che il tribunale e la Corte d'appello avevano inflitto ad una giovane mamma separata che aveva deciso di andare a riprendere suo figlio dagli Scout nel giorno di visita del papà. Secondo la cassazione il genitore affidatario che tiene con sé il figlio a causa di continui ritardi dell'altro genitore nei giorni di visita stabiliti, non può essere condannato. La giovane mamma in sostsanza aveva prelevato il figlio minorenne dall'associazione di scout dove invece doveva andare a riprenderlo il padre. La donna però si era semplicemente sostituita al padre ritardatario proprio per non lasciare da solo il bambino. Il caso finiva in Tribunale e la donna veniva condannata a due mesi di reclusione (pena poi ridotta dalla Corte d'Appello). La donna si è così rivolta alla Suprema Corte facendo notare come il ragazzino non poteva essere trattato come un pacco e che la mancata consegna al padre non era affatto un gesto di ritorsione o un gesto dovuto alla volontà di non rispettare le disposizioni di un giudice ma semplicemente un gesto dettato dalla necessità di non lasciare il bambino "senza una necessaria quanto rassicurante presenza genitoriale".
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