L'argomento NOTAIO torna a far capolino in POSTA e RISPOSTA n.288. Infatti, ieri, 29 marzo 2012, ecco il post di MAURO CASELLA dall'account di posta mauro_casella@libero.it: " Ho alcune mail sull'utilità o meno della professione notarile e vorrei dare un contributo alla discussione. Sicuramente la presenza di un professionista il cui operato "fa pubblica fede" è idonea a garantire la correttezza nelle transazioni immobiliari, negli atti testamentari, nella costituzione di società, ecc., ma non si vede perché ciò non possa essere garantito mediante funzionari pubblici adeguatamente formati e preparati e sottoposti a responsabilità (a meno che non si ritenga che il sistema "misto" - ossia mercato e numero limitato di posti -) sia più idoneo a selezionare i migliori e i più affidabili. Esiste però un altro problema: quello dei costi del sistema libero professionale-castale (mi si perdoni il semineologismo e la "concessione" al comune sentire relativo ai favolosi guadagni della categoria); viste le dichiarazioni dei redditi dei notai, mi chiedo, infatti, se lo stesso servizio alla collettività non possa essere organizzato con costi minori. Quanto all'avvocatura sarebbe ora che le controversie minori potessero trovare soluzioni più rapide, se non immediate, con il potenziamento del ruolo del giudice di pace e la possibilità della difesa senza l'avvocato. Mauro Casella (laureato in giurisprudenza, ma non esercente la libera professione)". - Lascio la parola ed il form sottostante all'ordalia dei lettori di Studio Cataldi.
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Civilista e penalista, dedito in particolare
alla materia della responsabilità civile
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