POSTA e RISPOSTA n. 294 ospita l'opinione dell'affezionato lettore di Studio Cataldi GIORGIO CARPINETI che, alle h.18:20 di ieri, 11 aprile 2012, dall'account di posta carpinetigiorgio@alice.it ci scrive quanto segue sul tragico tema che ho trattato nei giorni scorsi: "Uccidere è sempre una barbarie, ma dobbiamo tener conto del particolare stato d'animo e della particolare situazione in atto che potrebbe portare a condividerne l'azione. Quello che può più gravemente evidenziarsi nell'accaduto e soprattutto nel prosieguo, è il comportamento della stampa e comunque dei media, i quali anzichè cavalcare il fatto ormai accaduto per denigrare il comportamento della rapinatrice e soci, in qualche modo criticando ufficialmente il gioielliere vanno a ridurre se non annullare la deterrenza del combinato, azione malavitosa - reazione istintiva del rapinato, che va ad evidenziare un quasi certo conseguente danno grave, anzi definitivo a carico del o dei rapinatori. In pratica, anche se in fondo all'animo posso pensare che, anche se istintiva, è sempre un'azione da non approvare; ma 'coram populo' non posso che approvare, condividere e difendere il povero gioielliere che, assalito, malmenato e ferito ha agito sotto un pesante shock di terrore. Quindi, bene!, approvo pienamente, continuate così e ...forse la delinquenza brutale potrebbe diminuire". - Ringrazio Giorgio per aver contribuito all'amletico dibattito. Non condivido il nucleo del ragionamento. Nella precedente puntata della rubrica, quella online l'altrieri, 10 aprile 2012, ho espresso la mia tesi, rispondendo all'altro fedelissimo visitatore, Roberto BETTI. Alle h.11:40 del medesimo 11 aprile 2012 mi giunge il seguente post di ROEL ELIRS: "Fino a quando non si assicura a tutti il minimo vitale, risultano inevitabili le devianze sociali e allo Stato e ai cittadini non resta altra scelta che le maniere forti. In un paese dove i ricchi diventano sempre più ricchi (il 20% possiede il 50% della ricchezza; i boiardi di stato fanno i nababbi; i partiti succhiano il sangue alla Repubblica e poi chiedono sacrifici ai lavoratori e ai pensionati; le caste e le supercaste continuano a poppare alle mammelle della Repubblica ecc., ecc,.....) e i poveri sempre più poveri, risulta più difficile stabilire da che parte sta la giustizia. Solo con la maggiore equità sociale la scelta "da che parte stare", diventerebbe più agevole-. Questo non toglie che la violenza e all'aggressione, in linea di principio, sono da condannare. Roel elirs@libero.it". - Grazie anche a Te, Roel, per l'intervento che ho trovato molto profondo.
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Civilista e penalista, dedito in particolare
alla materia della responsabilità civile
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