Pur prendendo nettamente le distanze da ogni forma anche lata di violenza ai danni delle strutture territoriali dell'ente di riscossione e condividendo in pieno le parole del Ministro dell'Interno CANCELLIERI sugli assalti alle sedi di area, v'è da interrogarsi se sia ancora plausibile che la struttura si chiami proprio EQUITALIA. Lo stesso comunicato che le Relazioni Esterne hanno diffuso l'11 maggio 2012 è parso burocratico ed algido se ha ragione il Ministro dello Sviluppo Corrado PASSERA che "la tenuta economica e sociale è a rischio". Non tiene conto delle tragedie umane che si stanno consumando in situazioni che potrebbero, con l'adozione di parametri specifici, essere gestite con una certa umanità, distinguendo l'evasore strafottente ed incallito da chi non paga perché, in quel dato frangente, non può pagare. Sulla problematica ormai di drammatica attualità della riscossione forzosa, mi ha colpito la lettera tranchant che l'avvocato tributarista Emanuele CARRATTA del Foro di Lecce (mi specifica che "i Comuni della mia terra non mi hanno dato fiducia, mentre collaboro da anni in Comuni delle regioni Veneto, Piemonte e Lombardia che hanno raggiunto importanti risultati a seguito della scelta di gestire direttamente le proprie entrate") ha inviato al 'Corrierone': è stata pubblicata nella versione in edicola il 10 maggio 2012 all'interno del box di pag. 49 intitolato 'Interventi & Repliche'. Allora sapete che ho fatto? L'ho contattato; ho così scoperto un autentico Esperto della materia che, con rara disponibilità e gentilezza, mi ha esposto altre considerazioni. Inizio a dargli la parola anteponendo la lettera al Corriere: "Sono un avvocato tributarista e da 10 anni mi occupo di riscossione coattiva dei Comuni. Sul Corriere del 5 maggio ho letto l'articolo e le dichiarazioni del segretario Anci e non posso fare a meno di sottolineare la sua scarsa conoscenza in materia.
In particolare: 1) i Comuni non hanno bisogno del ruolo perché la cartella è sostituita dall'ingiunzione fiscale che è già titolo esecutivo
di diritto, ai sensi dell' art. 229 del D.Lgs. 51/98; il segretario afferma, invece, che il Comune necessita di una prima ingiunzione, poi di un'altra e poi va in tribunale per ottenere un decreto esecutivo. Il problema è che tutti parlano senza averne competenza (compresa l'Anci), poiché fino a oggi hanno trovato comodo esternalizzare la riscossione, salvo poi lamentarsi se Equitalia non riscuote o se Tributi Italia non riversa le somme incassate per conto del Comuni. 2) La legge consente ai Comuni di utilizzare gli strumenti cautelati ed esecutivi di Equitalia, in ragione del rinvio al DPR n. 602/73, successivamente alla notifica di un' unica ingiunzione. 3) Vi sono Comuni meritevoli che riscuotono direttamente anche per la fase coattiva da anni e non hanno i problemi allarmanti di chi si è affidato ad Equitalia. L'unica cosa che il legislatore dovrebbe fare è un testo unico in cui migliorare e rinforzare i poteri dei Comuni e ha deciso di farlo con la recente delega
fiscale. Ora vogliono creare una nuova struttura elefantiaca che serva solo a saziare gli interessi di pochissime aziende in sfregio alle regole della libera concorrenza (altro che liberalizzazioni). Emanuele Carratta emanuele.carratta@gmail.com". Nella lettera che ha inviato a me alle h.11:47 del 13 maggio 2012 evidenzia ancora: "oggi leggo/sento molteplici sindaci che vanno in TV o rilasciano dichiarazioni sul giornale a dire "faremo la riscossione diretta perché non ci piacciono i metodi di Equitalia", senza sapere che quei metodi vengono applicati nel 95% dei casi per le entrate erariali e previdenziali (vedi blocco dei pagamenti per somme superiori al limite di € 10.000 che difficilmente raggiungono i crediti comunali) perché è per dette entrate che di fatto e nelle intenzioni dell'allora ministro Tremonti è nata Equitalia, e senza dire che i Comuni da sempre si lamentano con Equitalia perché non riscuote abbastanza e non hanno contezza della sua gestione. Insomma, un atteggiamento puramente propagandistico e schizofrenico che non risolve i problemi, poiché prima di affrontarli occorre approcciarsi con onestà intellettuale ed adeguate conoscenze. Mi sembra che nel nostro Paese sia arrivato il momento di affrontare le questioni complesse con un atteggiamento pragmatico e serio, lasciando da parte i proclami e la cattiva informazione, poiché viviamo un momento in cui, da un lato i cittadini si ammazzano per le tasse e, dall'altro, molti comuni lamentano la criticità dei loro bilanci (anche su detta questione avrei molto da dire, visto che ci sono Comuni che non hanno fatto una corretta gestione delle proprie entrate tanto dal lato delle entrata, quanto da quello delle spese: es. vi è un Comune in Puglia che ha regalato ad un'azienda privata 450.000 €, l'anno, negli anni scorsi, solo per essere supportata nell'elaborazione del minor e maggior gettito ICI da comunicare al ministero)". A corredo della tematica l'Avv. CARRATTA sottolinea ancora: "Quanto all'ANCI - che fino a poco tempo addietro emanava circolari a favore dell'esternalizzazione - è fondamentale che inizi a dire ai Comuni Italiani che è arrivato il tempo per assumersi le proprie responsabilità attraverso la gestione diretta e semmai agisca a livello nazionale per limitare e comunque trovare una soluzione alla modifica normativa in materia di discarico dei ruoli introdotta con la manovra correttiva di luglio che metterà in ginocchio moltissimi Comuni nel 2016. L'ANCI dovrebbe, inoltre, intervenire in sede di attuazione di delega fiscale per migliorare la disciplina vigente attraverso la creazione di un TESTO UNICO della gestione diretta che elimini tutti quei piccoli problemi che esistono nel rendere compatibile la disciplina del r.d. n. 639/1910 e del d.p.r. n. 602/73. Ciò è necessario perché mi rendo conto che, anche il legislatore nazionale, in materia di riscossione coattiva diretta delle entrate locali, non ha una gran conoscenza, eppure credo che non sia necessario un gran lavoro perchè le criticità da risolvere nella disciplina vigente sono chiarissime (cfr. il riferimento all'agente della riscossione che dovrebbe essere colui che acquisisce un patentino rilasciato a seguito di un corso organizzato dalla Prefettura; peccato che la norma che si riferisce a detti corsi è stata abrogata in sede di delegificazione dal decreto Calderoli). Infine, mi permetto di evidenziare che destinare fondi di miliardi di euro alle imprese del Sud equivale a continuare in quelle politiche che hanno alimentato la questione meridionale senza mai risolverla a distanza di decenni. E' risaputo, infatti, che la destinazione dei fondi sull'innovazione tecnologica al sud vengono decisi ex ante a favore delle imprese dei politici amici di dx e sx (se vuole le anticipo i nomi delle imprese che in Puglia avranno accesso ai fondi). Ciò altera in peius il mercato costringendo i meritevoli a fuggire per non fallire ed alimentando la sudditanza dei cittadini nei confronti della classe dirigente. La soluzione è solo una: responsabilizzare e ridurre la pressione fiscale a livello nazionale. Cordialmente". Ti sono riconoscente, caro Emanuele, per gli aspetti che ci hai chiarito e tengo a ringraziarTi, anche a nome del Direttore, per le espressioni che hai ...tributato (verbo ad hoc per un tributarista ...) a Studio Cataldi: "siete persone serie che fanno un egregio lavoro". Ora attendiamo le Vostre opinioni al riguardo con l'utilizzo del pratico form qui in calce se desiderate che vengano inserite in una prossima puntata di POSTA & RISPOSTA o, in alternativa, con la tecnica dei commenti da imprimere nel forum generale dei lettori. In ogni caso bene accette.
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