Dedico l'intera puntata n. 321 di POSTA e RISPOSTA al lettore bradi47@libero.it che, alle h. 9:42 del 13 giugno 2012, ha inviato alla rubrica il seguente contributo: "Io sono un vegetariano, VERO, dalla nascita, non di quelli che lo sono diventati per moda, per fare i 'fighi'. Mai mangiato ne' carne, ne' uova in vita mia (65 anni), ma mai ho preteso che dei liberi locali pubblici avessero a disposizione il cibo che io ho scelto di mangiare. Se uno fa delle scelte si deve anche adeguare alle scelte degli altri: se non trovo il cibo che prediligo evito semplicemente di frequentare il locale che non lo ha. Poi non diciamo sciocchezze: un pezzo di formaggio, un piatto di insalata, della pasta al pomodoro e cose simili si trovano da per tutto. Io non mangio carne, ne' pesce, ne' uova perchè rispetto tutto ciò che è vita. Mangio formaggio, bevo latte perchè non danneggio nessuna vita: da alcuni anni invece sono nati i fessi alla moda che per essere 'diversi' diventano vegetariani, vegani ...ed ogni altro assurdo termine vogliate usare. Essere vegetariani non è una malattia che ha bisogno d'assistenza, ma una scelta personale che non può obbligare altri a condividerla. Mi fanno ridere da sempre quelle associazioni che hanno necessità di riunirsi in branco per reclamizzare le loro convinzioni. La scelta del cibo o le altre scelte di vita sono personali di un individuo e non debbono coinvolgere gli altri. Io ho avuto genitori civili, che sin da piccolo, hanno accettato questo mio istintivo rifiuto alla carne, al pesce ed alle uova, ma erano i miei genitori, non coinvolgevano nelle mie scelte degli estranei. Imparate a convivere con le vostre scelte senza dover far parte di qualche gruppo, ma da singoli. Io non mangio nulla che può essere vita animale: nulla di vivo, ma gli imbecilli alla moda hanno creato forme assurde di questo principio. Poveracci che hanno bisogno sempre di 'fare gruppo' per difendere le proprie scelte prese non per convinzione, ma per essere diversi". - Caro Bradi, non condivido il tono e la derisione che promana dal Tuo scritto. Occorre aver rispetto per chi pratica l'associazionismo, non certo per fare i fighetti ma per diffondere, in perfetta buona fede, una cultura vegetariana che Tu già pratichi da sempre. Neppure a proposito dei locali pubblici sono della Tua opinione. Prendi il caso degli autogrill, che, per esercitare la ristorazione all'interno del circuito viario più importante, debbono rispettare le preferenze dei vari avventori. E mi riferisco anche a quelli che praticano religioni diverse dalla nostra. E non si può pretendere che uno esca al casello sol per cercare all'esterno un panino alle verdure. Ti ringrazio molto, in ogni caso, per la Tua lettera.
Scrivi all'Avv. Paolo Storani
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Civilista e penalista, dedito in particolare
alla materia della responsabilità civile
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