Con la sentenza 40565 del 16 ottobre 2012 la Corte di Cassazione ha stabilito che durante una violenza di gruppo vanno valutati attentamente gli atteggiamenti tenuti dagli stupratori distinguendo diversi gradi di responsabilità nel portare a compimento il reato. Va dunque riconosciuto uno sconto di pena a chi non abbia partecipato a indurre la vittima a soggiacere alle richieste sessuali del gruppo, ma si sia semplicemente limitato a consumare l'atto e per questo motivo ha annullato una sentenza

emessa dalla Corte d'Appello di Reggio Calabria invitandola a rideterminare la pena per un un giovane accusato di stupro di gruppo.

L'uomo era stato il terzo violentatore di una diciottenne. Lo stupro era avvenuto su uno yacth che si trovava nelle acque dell'isola di Panarea nelle Eolie, ma al contrario degli altri due del branco non aveva partecipato alla fase precedente durante la quale la ragazza era stata fatta ubriacare fin quasi a perdere i sensi.

La Corte ha riconosciuto che, per quanto sia grave l'atto commesso, le responsabilità sono minori visto che ha ricoperto un ruolo di minima importanza nella fase preparatoria ed esecutiva del reato pertanto gli vanno riconosciute delle attenuanti.

I giudici della Suprema Corte con l'occasione hanno voluto ricordare che la violenza sessuale consiste in ogni atto che viene posto in essere per indurre una persona ad acconsentire all'atto sessuale, non è necessario che vi siano costringimenti e sopraffazione fisica, ma è sufficiente che la vittima venga posta in una condizione di inferiorità tale che non sia in grado di opporsi ai voleri dello stupratore.

La sentenza

40565 si è occupata anche della richiesta di risarcimento dei danni avanzata dalla vittima per il manifestarsi di una forma di anoressia dopo la violenza subita. La suprema Corte ha riconosciuto che esiste una correlazione tra il grave reato subito e la condizione psicopatologica in cui è venuta a trovarsi la ragazza e, seppure tale conseguenza non era stata prevista dai violentatori, è chiaro che è stato il loro comportamento a provocare alla ragazza i gravi scompensi nervosi. Tale conseguenza doveva essere assolutamente prevedibile in quanto l'atto consumato nei confronti della vittima è stato di particolarità brutalità e non poteva non lasciare ripercussioni di carattere psicologico, vista anche la sua giovane età.


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